Imbriani, Matteo Renato
Patriota e uomo politico (Napoli 1843 - San Martino Valle Caudina, Avellino, 1901). Dopo aver compiuto gli studi classici in un collegio privato di Torino, dove il padre Paolo Emilio era esule poiché implicato nei moti rivoluzionari del 1848, entrò nella scuola militare di Asti e poi nell’Accademia di Torino. Allo scoppio della guerra del 1859 contro l’Austria si arruolò come volontario e l’anno dopo si imbarcò a Genova con la spedizione comandata da Giacomo Medici e combatté a Castel Morrone. Nello scontro fu ferito e fatto prigioniero. Una volta liberato, e sciolto il corpo dei volontari, ritornò in Piemonte ed entrò nell’esercito regolare. Nel 1866 prese parte alla guerra per la liberazione del Veneto e nel 1867, dopo essersi iscritto alla mazziniana Alleanza repubblicana universale, si unì alla spedizione guidata da Giovanni Nicotera nell’Agro romano. Dimessosi dall’esercito, nel 1876 promosse la creazione dell’associazione «Pro Italia irredenta» e si adoperò per la pubblicazione del suo bollettino «L’Italia degli Italiani». Nel 1877 costituì a Roma il comitato triestino-istriano, che operò come una vera e propria centrale dell’irredentismo. Al fine di consolidare il movimento, fondò nel 1879 la Federazione della gioventù repubblicana e, con l’ausilio del nuovo giornale «Pro Patria» nato nel 1880, svolse una massiccia propaganda. Nel 1882 fu poi tra i promotori della Lega latina e della Lega dei popoli irredenti. Eletto deputato nel collegio di Bari nel 1889, si fece interprete in Parlamento delle esigenze del territorio e presentò con Giovanni Bovio la proposta di legge sull’acquedotto pugliese, da realizzarsi con il concorso dello Stato. Negli anni seguenti, condannò la politica autoritaria, militare e coloniale di Crispi, nella quale individuava il definitivo allontanamento del governo dai principi ispiratori del Risorgimento. Il 20 settembre 1897, mentre inaugurava a Siena il monumento a Garibaldi, fu colpito da un’apoplessia che lo rese invalido per gli ultimi anni della sua vita.