VALLI, Matteo
VALLI, Matteo. – Nacque a San Marino il 7 marzo 1596. Il padre Lattanzio, notaio di formazione, fu membro del Consiglio Principe e in seguito capitano reggente e segretario della Comunità sammarinese; non abbiamo informazioni sulla madre.
Di Matteo non sono pervenute informazioni riguardanti la sua adolescenza, durante la quale sembra che egli abbia ricevuto una discreta ma non eccellente formazione, come traspare dagli scritti della fase adulta (Delfico, 1843, p. 71). Visse per lunghi periodi a San Marino, ma anche in varie città d’Italia con incarichi di rappresentante della Repubblica.
Per questa sua accentuata mobilità è possibile seguire le vicende di Valli solo a tratti per gli anni successivi. Come dimostrato da alcuni studiosi e dai documenti d’archivio, fu a Pesaro nel 1617 (Archivio di Stato della Repubblica di San Marino, ASRSM, Carteggio della Reggenza, anno 1617, 15 dicembre), nell’attuale Urbania nel 1620 (ibid., anno 1620, 27 giugno) e di nuovo a San Marino nel 1621, quando venne eletto segretario al posto del padre assunto alla carica di capitano reggente. Valli è attestato come segretario anche per il 1622. Nel 1624 fu di nuovo a Urbania al servizio di Malatesta Baglioni, il nobile e facoltoso vescovo di Pesaro. Nel 1629 la sua presenza è documentata a San Marino, dove fu eletto il 17 settembre cancelliere della Comunità e allo stesso tempo cancelliere giudiziario. In virtù di tali cariche redasse gli atti del Consiglio tra il 1629 e il 1633.
Divenne celebre tra gli eruditi italiani ed europei come autore dell’opera Dell’origine et governo della Republica di San Marino (dato alle stampe a Padova nel 1633 per i tipi di Giulio Crivellari). L’attaccamento di Valli alla sua terra natale emerge anche dal fatto che egli volle essere riconosciuto orgogliosamente nel frontespizio come Secretario e Cittadino di essa Republica. Di quest’opera, presumibilmente redatta sempre nel 1633 perché in tale anno gli venne concessa una licenza del principe per assentarsi dalla Repubblica (ASRSM, Atti del Consiglio Principe, Libro T, n. 21, c. 166r), una copia manoscritta è conservata a Filadelfia presso la Rare Book & Manuscript Library della University of Pennsylvania (Codex 276). Si tratta di un esemplare posseduto almeno fino al 1956 da Leo (o Leone) Valli, forse un discendente di Matteo. Il volume è stato infine rieditato nel 1987 a Bologna con le annotazioni di Napoleone Portalupi.
Il Dell’origine et governo è un libro fondamentale per la storia della Repubblica sammarinese e il più significativo per la costruzione del suo mito di libertà, poiché in esso si descrivono per la prima volta e nel dettaglio la storia, la struttura e il funzionamento delle sue istituzioni. Nel testo si esalta la Repubblica come esempio di autonomia da ogni altro potere temporale e di collaborazione tra ceti alla gestione dello Stato, in un clima di libertà, temprato dalla giustizia e dall’equità dei suoi abitanti. Nonostante il tono celebrativo, non estraneo ai tratti della coeva maniera barocca, attrasse l’attenzione di numerosi intellettuali, che riconobbero a San Marino la capacità di conservare autonomia, ricchezza e prestigio in un’Italia ormai decadente e da tempo soggetta in gran parte a potenze straniere. L’opera è una narrazione storica quasi sempre priva di riferimenti documentali, in cui il gusto letterario si sostituisce spesso al rigore della ricerca storica. «Quindi l’opera sua soddisfece poco i suoi concittadini. Siccome però non vi era altro scritto che di questa Repubblica ragionasse, chiunque in seguito ne volle far motto, altro non fece che ripetere quei racconti» (Delfico, 1843, p. XIV). Il riferimento era ad altri cronachisti sammarinesi che riprendendo la pur imperfetta opera di Valli contribuirono ad accrescerne la fama.
L’agile libretto ebbe una grande diffusione in Italia e Oltralpe, soprattutto in Francia, grazie a Gabriel Naudé, letterato di spicco, considerato l’ispiratore e forse anche il committente dell’opera di Valli («Egli la scrisse per soddisfare i desiderj del celebre Gabriello Naudeo», ibid.). Valli conobbe quasi sicuramente Naudé a Padova, dove il francese si era recato per studiare medicina al prestigioso Studium. Naudé sarebbe poi tornato in Francia come bibliotecario prima del cardinale Armand-Jean Du Plessis de Richelieu e poi di Giulio Mazzarino (ibid.). Il successo di Dell’origine et governo è attestato anche dalla ripresa di alcuni suoi brani tradotti in latino nel Theatrum civitatum et admirandorum Italiae (1663) di Joan Blaeu, corredati da due preziosi prospetti del massiccio sammarinese. Il testo di Valli e le immagini di Blaeu costituirono a lungo i riferimenti testuali e visivi per coloro che vollero conoscere San Marino non potendo recarvisi.
Nel 1634, l’anno successivo alla pubblicazione della sua opera, Valli verbalizzò le sedute del Consiglio comprese tra il 22 gennaio e il mese di ottobre. Nel marzo successivo era a Roma, mentre in aprile la sua presenza è documentata a San Marino, dove probabilmente fu membro del Consiglio Principe forse in sostituzione del padre. Tra la fine del 1635 e il 1636 si stabilì a Rimini in rappresentanza della Comunità. Al 1653-54 risalgono gli ultimi verbali del Consiglio redatti da Valli in veste di segretario, che si distinguono da quelli dei suoi predecessori e successori per chiarezza ed eleganza espressiva. Un terzo membro della famiglia Valli, Alessandro, fratello di Matteo, ricoprì la carica di segretario del Consiglio, con sicurezza nel 1646. Molto più incerta è l’attività di Matteo nell’ultima fase della sua vita, ossia per l’ultimo triennio.
Morì il 15 gennaio 1657, come attestato dal registro dei morti della parrocchia di Pieve di San Marino.
A Valli è attribuita un’altra opera, ossia il Catalogo degli uomini illustri di S. Marino: ricopiato da un esemplare di carattere del dott. Belzoppi, che si attribuisce a Matteo Valli, fatto l’anno 1661, data alle stampe solo nel 1872 a Milano dalla casa editrice Wilmant, a cura di N. Portalupi. Come indicato nel titolo, per l’edizione venne utilizzato un esemplare manoscritto posseduto dal dottor Belzoppi (probabilmente Domenico Maria), che la tradizione voleva esser stato scritto dallo stesso Valli e rimasto inedito per motivi non chiari, forse per il sopraggiungere della sua morte. L’anno indicato nell’edizione ottocentesca potrebbe far supporre una postdatazione del decesso dell’autore, ma è molto più probabile che ciò faccia riferimento a una prima forma di circolazione postuma del Catalogo, seppur manoscritto.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato della Repubblica di San Marino (ASRSM), Carteggio della Reggenza, anno 1617, 15 dicembre, anno 1620, 27 giugno, anno 1635, 10 marzo; Atti del Consiglio Principe, Libro Q, n. 18, c. 20r; Libro X, n. 24, cc. 175r ss., 197v-198r; Libro T, n. 21, cc. 71r ss., 166r, 213r-239r; Libri d’elezione di pubblici ufficiali, Libro E, 1613-1636, b. 28, cc. 25r-76r, 153r-168r, 175r, 179v; Libro F, cc. 35r-36r; Archivio di Stato di Rimini, Libro dei Consigli della Città di Rimini, A.P 867, cc. 146r, 303v; San Marino, Archivio della parrocchia Pieve, Libro dei morti, Libro B.
J. Blaeu, Theatrum civitatum et admirandorum Italiae, I, Civitatum et admirandorum Italiae pars prima, Amstelaedami 1663, pp. 246-250; C. Fea, Il diritto sovrano della Santa Sede sopra le valli di Comacchio e sopra la Repubblica di S. Marino, Roma 1834, pp. 109-119; A. Marsand, I manoscritti italiani della regia biblioteca parigina, I-II, Parigi 1838, II, pp. 359 s.; M. Delfico, Memorie storiche della Repubblica di S. Marino, I-III, Firenze 1843, I, pp. XIV s., 69-71; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XLIII, Venezia 1847, pp. 69-71, 93 s.; C. Padiglione, Dizionario bibliografico e istorico della Repubblica di S. Marino, Napoli 1872, pp. 449 s.; P. Franciosi, M. V., segretario e storico della Repubblica di San Marino, in Rivista storica italiana, XII (1895), 3, pp. 450-462; M. Fattori, Ricordi storici della Repubblica di San Marino, Firenze 1956, p. 28; A. Garosci, San Marino. Mito e storiografia tra libertini e Carducci, San Marino 1967, pp. 51-64; C. Buscarini, L’epistolario di M. V. nell’archivio sammarinese, in Studi sammarinesi. Scienze lettere e arti, 1984, pp. 61-86; D. Fioretti, Dalla “democrazia” alla “aristocrazia elettiva”, in Quaderni monografici del Centro di studi storici, 1994, n. 7, pp. 52 s., 56; P.C. Pissavino, Le ragioni della Repubblica, ibid., 2007, n. 26, p. 25; M. Gasperoni, Popolazione, famiglie e parentela nella Repubblica di San Marino in epoca moderna, ibid., 2009, n. 28, p. 231.