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ERZBERGER, Matthias

di Manfredi Gravina - Enciclopedia Italiana (1932)
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ERZBERGER, Matthias

Manfredi Gravina

Uomo politico, nato a Buttenhasen (Württemberg) il 20 settembre 1875, morto a Griesbach (Baden) il 26 agosto 1921. Laureatosi in diritto costituzionale e in economia sociale, divenne redattore di varî giornali cattolici, e fu eletto al Reichstag nel 1905. Al parlamento, nel partito del centro, avversò fieramente l'amministrazione coloniale del Dernburg (1905-1906) e contribuì a provocare la rottura fra il cancelliere Bülow e il centro. All'inizio della guerra mondiale approvò il programma massimo dei nazionalisti e dei capi militari; ma si distaccò poi da essi, volgendosi a favorire ogni iniziativa mirante a una pace di conciliazione. Come rappresentante del centro cattolico, E. intraprese durante la guerra varî viaggi all'estero (Austria e stati neutrali), fu anche a Roma nella primavera del 1915 e vi rimase poi in qualità di addetto onorario presso l'ambasciata del principe Bülow. Insieme con questo l'E. avea chiaramente compreso che l'Italia si preparava a far valere con la partecipazione alla guerra le proprie aspirazioni e si adoperò perché da Vienna si cedesse. Interessanti sono le conversazioni che al tempo stesso egli aveva in Vaticano, e che miravano, in caso di vittoria germanica, a ricostituire, in forma ridotta, il potere temporale dei papi. Di tale attività l'E. stesso ha lasciato esplicite memorie nel volume Erlebnisse im Weltkriege (Stoccarda 1920). Tra i primi, nel luglio 1917, egli osò mettere in dubbio l'efficacia risolutiva della guerra a oltranza dei sommergibili, e ottenne che il centro votasse una risoluzione per la pace, attirandosi sin d'allora l'odio dei nazionalisti e dei pangermanisti. Per giustificarsi, egli diede lettura ai dirigenti del suo partito del memoriale segreto, che il conte Czernin aveva scritto per l'imperatore Guglielmo, sull'impossibilità, per l'Austria, di continuare la guerra. Il fatto che notizia di questo documento confidenziale giunse nel campo nemico, fece tacciare l'E. di tradimento. Nondimeno, egli riuscì ad avere parte importante nella caduta di Bethmann-Hollweg (1917), ma vane furono le sue insistenze affinché i successori di lui, per facilitare il buon esito della mozione papale a favore della pace, precisassero gli scopi di guerra della Germania e si pronunciassero, in specie, sullo sgombero del Belgio. Anche l'autonomia dell'Alsazia-Lorena e la costituzione di un regno lituano sotto il cattolico duca di Urach furono propugnate dall'E., che, con l'avvento al cancellierato del principe Max di Baden, fu nominato ministro senza portafogli e incaricato della stampa. Nel novembre 1918 il governo socialista Ebert-Haase lo incaricò di presiedere la delegazione germanica per l'armistizio, che, nel bosco di Compiègne, dovette accettare le dure condizioni dettate da Foch. Capo del centro cattolico, egli orientò il partito verso sinistra, rendendo così possibile la coalizione di governo, che accettò il trattato di pace. Ministro senza portafogli nel primo governo parlamentare Scheidemann, E. fu nominato ministro per le Finanze nel giugno del 1919 (ministero Bauer). Attuò in tale qualità importanti riforme finanziarie e tributarie, ma si creò nuove inimicizie. Gli attacchi di K. Helfferich lo indussero a sporgere querela (1920): il Helfferich fu condannato, ma il tribunale dovette constatare che l'E. si era valso "della propria influenza politica a scopi affaristici", sicché egli fu costretto a dimettersi. Dopo essere scampato a un primo attentato, fu ucciso da due ex-ufficiali, a Griesbach, mentre si apprestava a riprendere l'attività parlamentare, dalla quale una deliberazione del partito l'aveva temporaneamente sospeso.

Vedi anche
Hindenburg, Paul Ludwig von Beneckendorff e von Uomo politico e generale tedesco (Poznań 1847 - Neudeck 1934). Comandante supremo delle forze armate tedesche dal 1916, nel 1925 fu eletto presidente della Repubblica; riconfermato nel 1932, nominò A. Hitler cancelliere dopo le elezioni del 1933. Vita e attività Partecipò alle campagne del 1866 e del ... Hitler, Adolf GGabriella Nisticò Uomo politico (Braunau am Inn, Austria Superiore, 20 aprile 1889 -  Berlino 30 aprile 1945). Fondatore e Führer del nazionalsocialismo, per dodici anni cancelliere del III Reich, è annoverato tra i distruttori più efferati dell'umanità: il suo nome e la sua politica hanno lasciato ... Ebert, Friedrich Uomo politico (Heidelberg 1871 - Berlino 1925); da giovane fece il sellaio. Entrato nel partito socialista, divenne (1905) membro della direzione, deputato al Reichstag (1912), segretario generale del partito (1918). Dopo l'abdicazione di Guglielmo II, il cancelliere Max principe di Baden gli trasferì ... Parlamento Per Parlamento si intende l’organo rappresentativo per eccellenza (Rappresentanza politica), titolare del potere legislativo (Separazione dei poteri). Storicamente, i primi Parlamenti nascono nella seconda metà del medioevo (XII-XIV secolo) come organismi assembleari che coadiuvano il Re nell’esercizio ...
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    Uomo politico (Buttenhausen, Württemberg, 1875 - Griesbach, Baden, 1921), aderì al partito del centro e fu eletto deputato al Reichstag (1905). Avversario della politica coloniale nel 1905-06, divenne in seguito il più eminente rappresentante dell'ala sinistra del partito; durante la prima guerra mondiale ...
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