BATTINI (Batini), Mattia
Nacque a Città di Castello nel 1666; recatosi giovanissimo a Perugia, divenne scolaro del pittore Pietro Montanini (ottenne la cittadinanza perugina l'11 giugno 1713). Alternò tuttavia la sua attività fra Perugia e la città natale, dove nel 1688 dipinse un gonfalone (perduto) per le confraternite di S. Spirito e della Madonna del Carmine. Sempre a Città di Castello dipinse ad affresco la cupola della cappella della Madonna nella chiesa del Gesù con l'Incoronazione della Vergine esanti (scomparsa), le lunette nella chiesa delle monache di S. Benedetto (scomparse); sin dal 1684 aveva affrescato con grottesche e Storie di s. Barbara la volta dell'omonima confraternita (tuttora esistenti). Altri lavori eseguiti nella città natale (scomparsi) erano un grande affresco sopra la distrutta porta di S. Egidio (Madonna del Belvedere, S. Egidio e Processione con veduta del colle del Santuario del Belvedere; ne fu tratta una stampa da I. Lazzari), altro affresco nella chiesa del Belvedere e la volta della Chiesa Nuova dei filippini. Per la vicina Fratta (Umbertide) eseguì una grande tela con l'Ultima Cena, scomparsa durante l'occupazione francese. Altri quadri, provenienti dalla chiesa di S. Domenico ed anch'essi perduti, erano nella casa Paci in Città di Castello (Adorazione dei Magi, Natività).
A Perugia, dove godette della protezione della famiglia patrizia dei Graziani, operò più a lungo: nella chiesa di S. Domenico lasciò varie tele ed affreschi nella sacrestia (Fatti della vita di S. Pio V, Gloria di S. Domenico); due tele con Episodi della vita di s. Bernardo, nella chiesa di S. Giuliana, scomparse; un piccolo Presepio su tela nella sacrestia di S. Maria della Misericordia o dell'Ospedale (perduto); una tela con i Ss. Atanasia e Andronico sull'altare degli Orefici nella chiesa di S.Spirito; gli affreschi nella volta e la tela con la Concezione nella chiesa delle monache di S. Caterina; due tele con S. Francesco e S. Lodovico ai lati dell'altare dell'oratorio della confraternita dei disciplinati di S. Francesco. Ma la maggiore opera superstite del pittore è la serie di cinque tele (S. Sebastiano e S. Rocco ai lati del finestrone; S. Filippo, S. Agostino, S. Giacomo sul soffitto) nell'oratorio della confraternita di S. Agostino; opera pure impegnativa, ma scadente, è il complesso di affreschi della cupola della chiesa della Madonna di Mongiovino nei pressi di Perugia. Nel 1704 ridipingeva la grande "mostra" ad affresco dell'orologio del palazzo dei Priori in Perugia, ora scomparsa.
La critica è unanime nel giudicare il B. pittore fiacco e scorretto, specie nelle opere di maggiori proporzioni; più piacevole e interessante nelle piccole tele, che ai tempi dell'Orsini e del Siepi si trovavano numerose nei palazzi perugini, soprattutto in quello dei Graziani.
Il B. fu membro dell'Accademia del disegno, presso cui fu conservata la sua maschera funebre. Morì a Perugia il 22 ag. 1727 e fu sepolto in S. Fiorenzo. Anche il figlio Michelangelo fu pittore quadraturista e tale attività era esercitata, a dire dell'Orsini da altri discendenti del pittore al primi dello scorso secolo.
Fonti e Bibl.: B. Orsini, Guida al forestiere per la città di Perugia, Perugia 1784, pp. 59, 60, 66, 150, 153 s., 295, 333, 338, 346; Id., Mem. de'pittori perugini del sec.XVIII, Perugia 1806, pp. 21-27; S. Siepi, Descrizione topologico-istorica della città di Perugia, Perugia 1822, pp. 181, 193, 202, 203, 459, 497, 525, 663, 691, 715, 716, 825, 826, 920; G. Mancini, Memorie di alcuni artefici del disegno... in Città di Castello, Perugia 1832, pp. 209-218; G. Muzi, Memorie civili di Città di Castello, Città di Castello 1844, II, p. 202; A. Rossi, Note al Morelli, in Giorn. di erudiz. artistica, IV(1875), p. 215; L. Bonazzi, Storia di Perugia, II, Perugia 1879, p. 454; A. Lupattelli, Storia della pittura in Perugia, Foligno 1895, p. 76; F. Canuti, Il Santuario di Mongiovino, Perugia 1954, p. 43; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 44.