NENADOVIČ, Mattia
Arciprete serbo, nato a Brankovina nel 1777, morto a Valjevo nel 1854. Ordinato sacerdote a 16 anni, dedicò la straordinaria intelligenza naturale alla lotta per il riscatto del popolo serbo dal giogo turco. Dal 1803 al 1848 partecipò a tutte le rivolte, a tutte le congiure, dapprima come seguace degli Obrenović, poi dei Karagjorgjević. Più che prete, fu agitatore politico, un capobanda d'insorti, e specialmente un abile negoziatore d'armi e di appoggi diplomatici. Si recò più volte a Sarajevo, a Vienna, a Pietroburgo per approfittare di tutte le evenienze del movimentato periodo napoleonico. Al Congresso di Vienna comparve come mandatario serbo. Nel 1832 cadde in disgrazia di Miloš Obrenović, che lo pensionò. Passò all'opposizione come uno dei costituzionali più in vista. Nel 1840, espulso dalla Serbia, si rifugiò a Costantinopoli, ma ritornò in patria nel 1842. I Karagjorgjević gli riconferirono il posto di consigliere di stato. Lasciò le sue memorie sulla prima insurrezione serba nel 1787-1806.