mattino e mattina
mattina. Le forme di genere maschile e femminile si alternano senza che si riesca a scorgere il perché della preferenza data a una delle due forme.
Per " la parte del giorno che segue immediatamente il levar del sole ", " il primo apparir della luce ", in If I 37 Temp'era dal principio del mattino, e XXVI 7 presso al mattin del ver si sogna (per la credenza che i sogni sul far dell'alba sono preannunciatori del vero, cfr. Orazio Sat. I X 33 " post mediam noctem... cum somnia vera ", e Ovidio Her. XIX 195 " sub Aurora... somnia quo cerni tempore vera solent "); Pg IX 14 Ne l'ora che comincia i tristi lai/la rondinella presso a la mattina; Fiore CCXVII 4 comanda che sia prest'al mattino / il carro suo, e Detto 415 Non ti truovi di letto / mattino a qualche canto.
In Pg II 13 sorpreso dal mattino [" colto dal mattino, e quindi invaso, coperto dai primi chiarori del mattino "], / per li grossi vapor Marte rosseggia, la '21 e il Casella prescelgono la tarda lezione sul presso del mattino, accettata anche da tutti i commentatori recenti (cfr. Petrocchi, ad l., e Introduzione 188 e 189).
Spesso il termine compare in locuzioni che costituiscono complemento di tempo e si usano con valore avverbiale: Fiore CCXVIII 2 Di gran vantaggio fu 'l carro prestato. / Venusso ben mattin v'è su salita; in particolare s'incontra la forma ‛ mattina ': ier mattina (If XV 52 e Fiore XXIV 8), da mattina (Pd XXXI 118) e, avvicinato a sera, in Fiore CLII 6 tanta villanza / me diceano da sera e da mattina, e CLXV 9. Con il valore traslato di " oriente ", " levante ", in If XXVI 124 volta nostra poppa nel mattino, in un verso di grande rilievo in cui, invece d'indicare la direzione della nave servendosi della prua, D. indica con la poppa il mondo conosciuto che Ulisse e i suoi abbandonano per sempre; per il Torraca l'espressione nel mattino allude semplicemente all'ora del folle volo.