MATTO GROSSO (A. T., 155-156)
Stato del Brasile centrale con un'area di kmq. 1.477.041 e una popolazione di 349.800 ab. (1930; 246.600 nel 1920). È uno degli stati interni, come il Goyaz, ma comunica con l'Atlantico per mezzo del Paraguay e del Paraná, largamente navigabili. Confina a nord con gli stati di Amazonas e di Pará, a est con il Goyaz, con São Paulo e con il Paraná, a sud e a ovest con le repubbliche del Paraguay e della Bolivia.
Esso si estende su una larga zona dell'altipiano centrale, sulle alte valli di alcuni affluenti dell'Amazzoni (come il Guaporé-Madeira, lo Xingú e il Tapajoz) e sull'alto bacino del Paraguay.
La zona detta del Pantanal comprende l'area piana e bassa attraversata dal fiume Paraguay tra São Luiz de Cáceres e Porto Olimpo, e dal basso corso del Rio São Lourenço, nonché dagli affluenti di questi fiumi, Rio Cuyabá, Taquary, Aquidauana, scendenti dell'altipiano. Il Pantanal, di forma grossolanamente rettangolare, è in gran parte inondato durante la stagione delle piogge e nelle parti più basse si formano numerosi laghetti temporanei. Piccoli dossi isolati di rocce antiche, emergenti dagli strati sedimentarî, interrompono l'immensa distesa pianeggiante, costituita da depositi quaternarî e alluvionali. I terreni vi sono molto fertili anche per effetto dello strato di limo che vi depositano le inondazioni annuali e la vegetazione vi è abbondante e varia, mutando a seconda delle stagioni. Sempre nel bacino del Paraguay e particolarmente al limite esterno del Pantanal, si trovano ricche foreste di tipo equatoriale, mentre nella parte bassa predominano i campos, ambiente ottimo per l'allevamento dei bovini durante la stagione asciutta.
La sezione marginale del Pantanal e i pendii che si sollevano fino a raggiungere l'orlo dell'altipiano e che circondano a oriente e a nord il bassopiano, costituiscono la zona das encostas (dei pendii), più o meno accidentata, formata di conglomerati e in parte di arenarie; terreni abbastanza fertili si trovano nella parte pedemontana (pé de serra) ricca di foreste e di pascoli, con piccole aree coltivate a canna da zucchero, a fagioli, a tabacco e prevalentemente a cereali.
Più vasta è la zona dell'altipiano, occupata in gran parte da foreste e da campos ondulati. È questa la parte più selvaggia e meno esplorata, dove vagano ancora molti gruppi di tribù nomadi, fra cui ricordiamo quello assai numeroso dei Bororos, attratti nell'orbita della civiltá dalle missioni salesiane guidate specialmente da Don Bàlzola, che per lunghi anni fu l'anima di quella nobile impresa. In questa zona scarse sono le forme di sfruttamento, limitate alla raccolta del caucciù nelle valli superiori dei fiumi amazzonici, e all'allevamento del bestiame nel resto.
Per estensione il Matto Grosso occupa il secondo posto fra gli stati del Brasile, mentre la densità della popolazione (o,2 abitanti per kmq.), lo colloca fra gli ultimi. La capitale è Cuyabá (v.) con 43.000 ab.; altre città sul Rio Paraguay sono Corumbá (v.) e quindi São Luiz de Cáceres, situata sulla riva sinistra del Paraguay, capoluogo di un grande distretto florido per l'allevamento del bestiame e centro del commercio del caucciù, della vaniglia, della gialappa e dell'ipecacuana, raccolta a nord della città.
Nella zona nord le risorse economiche consistono nello sfruttamento delle foreste, che è abbastanza attivo nella valle del Guaporé (Madeira) e lungo gli affluenti amazzonici: i seringueiros risalgono le valli dei fiumi del versante settentrionale, ma non hanno raggiunto ȧncora il Matto Grosso centrale; la raccolta del caucciù attraversa una grave crisi, tanto maggiore qui dove, in luogo degli alberi di hevea, cresce soltanto la Castilloa elastica che fornisce il caucho, qualità di minor pregio.
La maggiore ricchezza però è data dall'allevamento del bestiame, esercitato soprattutto nella pianura del Paraguay e sull'altipiano a sud della ferrovia del Noroeste, cioè della linea São Paulo-Corumbá. Secondo il censimento del 1920 esistevano nel Matto Grosso due milioni e 690 mila bovini, cioè oltre undici mila capi per ogni mille abitanti. Il maggior numero di essi vive nella pianura del Pantanal dove durante la stagione asciutta i pascoli naturali conservano sempre la loro freschezza.
Altra fonte di ricchezza è data dai giacimenti di metalli preziosi, ma la ricerca dell'oro e dei diamanti è ora in piena decadenza: la raccolta dei diamanti è fatta quasi esclusivamente nei minori fiumi dai garinpeiros dei quali ultimamente oltre dieci mila erano concentrati sulle rive del Rio das Garças, affluente dell'Araguaya.
Le vie di comunicazione sono in parte terrestri e in parte fluviali: queste ultime, costituite dal Paraguay-Paraná e dai loro affluenti, sono percorse da vapori del Lloyd Brasileiro che partendo da Montevideo raggiungono Corumbá, donde minori piroscafi risalgono il fiume fino a Cuyabá. Le comunicazioni terrestri, oltre che dall'antica strada collegante São Paulo e il Minas Geraes con il Matto Grosso, sono rese agevoli dalla ferrovia del Noroeste, che partendo da Tres Lagôas, al confine dello stato di São Paulo, attraversa la parte meridionale del Matto Grosso e raggiunge Porto Esperança poco a valle di Corumbá. Un'altra ferrovia è quella del Madeira-Mamoré che da Porto Velho sul Madeira raggiunge Guayará-Mirim sul Mamoré. Il commercio non è molto sviluppato, a causa della lontananza del Matto Grosso dai mercati di consumo e dai porti dell'Atlantico; l'esportazione degli animali bovini o delle carni secche (xarque) viene fatta per la via del Paraguay e mediante la ferrovia di São Paulo. Si esportano anche gomma, vaniglia, ipecacuana e piume di vario genere, ricercate specialmente quelle di airone bianco.
Bibl.: Voll. III e IV del censimento 1920, Rio de Janeiro 1926; Annuaire du Brésil économique et financier, Parigi 1929; Aspectos da economia rural brasileira, Rio de Janeiro 1922; P. Walle, Au Brésil, de l'Uruguay au Rio São Francisco, 2ª ed., Parigi 1916; V. Correa Filha, Matto Grosso, Rio de Janeiro 1922; Don Ant. Colbacchini, I Bororos Orientali "Orari mugudoge" del Matto Grosso, Torino 1926.