matto
Il termine, retto dal verbo ‛ dare ', compare nell'espressione propria del gioco degli scacchi, ‛ scacco m. ' (dal persiano shāh māt, " il re è morto "), per " sconfiggere ", e con valore più attenuato " mortificare qualcuno " (cfr. Galletto Credeam'essere 60 " c'a ciascun ne do matto "): in Fiore LXXXIV 4 dessono a Malabocca scacco matto, e, ellitticamente, in CXXIX 14 Ver Malabocca andò per darli matto.
Probabilmente anche in Detto 361 Perch'Amor m'aggia matto / ...Ragion... / ad amo... / non m'ha crocco; ma il termine potrebbe essere anche participio passato di ‛ mattare ' (v. voce precedente), secondo l'interpretazione del Parodi.