DÉVAY, Mátyás
Soprannome di Mattia Biró, riformatore ungherese, derivato da Deva, luogo ove nacque circa il 1500. Compiuti i primi studî, tra l'altro a Cracovia, fu ordinato sacerdote ma, a quanto pare, simpatizzava già con le idee della Riforma luterana. Nel 1529 si recò a Wittenberg e vi frequentò la casa di Lutero; tornato in patria, vi predicò (1531) la riforma a Buda, quindi a Cassovia (Kassa; Košice); e per le sue idee ebbe anche a soffrire la prigionia. Dopo un nuovo soggiorno a Wittenberg (primavera del 1537), ottenne la protezione del conte Tommaso Rádasdy e poté svolgere la sua attività di riformatore a Sárvár. L'invasione turca costrinse il D. a fuggire, col suo protettore, e a cercare di nuovo rifugio presso Melantone, che il 28 dicembre 1541 raccomandava il D. al cancelliere del margravio Giorgio di Brandeburgo. Più tardi il D. passò a Basilea e fu attratto dalle idee dei riformatori svizzeri; cosa che addolorò Lutero. Quindi, tornato in patria, il D. vi propugnò, a Miskolc e a Debrecen, il calvinismo. Morì nel 1545. Si conoscono di lui alcuni opuscoli polemici.
Bibl.: Realencykl. f. prot. Theol. u. Kirche, s.v.; W. Fráknöi, Melanchthons Beziehungen zu Ungarn (trad. ted.), Budapest 1874; J. Szinnyei, Magyar irok élete és munkai (Scrittori ungheresi e loro opere), II, Budapest 1895.