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BOUCHOR, Maurice

di Diego Valeri - Enciclopedia Italiana (1930)
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BOUCHOR, Maurice

Diego Valeri

Nato a Parigi il 16 novembre 1855. Candido e generoso poeta, appartenne in giovinezza alla gaia brigata di Jean Richepin e di Raoul Ponchon, la quale, attingendo spunti e motivi dal naturalismo popolare, moveva guerra contro l'imperante parnassianismo e la sua frigida perfezione formale. Il primo libro del B., Les chansons joyeuses (Parigi 1874), risente, nei suoi eccessi naturalisti, di queste intenzioni polemiche, oltre che dell'inesperienza artistica del poeta adolescente. Ma più tardi il B. venne sviluppando, nei Poèmes de l'Amour et de la Mer (Parigi 1876) e in Les Symboles (due volumi, Parigi 1888 e 1895), una sua idealistica concezione della vita, che finisce per conciliare e confondere tutte le religioni in un vago misticismo sentimentale: mentre adoperò il suo gusto della poesia popolare, da un lato, a volgarizzare i capolavori d'ogni tempo, per mezzo d'interpretazioni e di letture agli operai, dall'altro, a risuscitare per il teatro delle marionette il mistero drammatico medievale, in Tobie (1889, edizione riveduta 1899), in Noël (1890), ne La légende de Sainte-Cécile (1891) (Trois Mystères, Parigi 1892). In questi piccoli drammi ingenui e abilissimi ad un tempo, è forse il maggior titolo di merito del Bouchor e la sua migliore originalità; ché, mentre nei suoi tentativi di poesia filosofica troppo stona con la gravità della materia la facilità alquanto prolissa dell'espressione, qui brilla in ogni parte un'anima fanciullesca, ora estatica ed entusiasta ed ora scoppiettante d'incontenibile maliziosa allegria.

Bibl.: Anatole France, La vie littéraire, III, p. 218 segg. (M. Maurice Bouchor et l'Histoire de Tobie), Parigi, s. a.; J. Lemaître, Impressions de théâtre, V, VI, VII, VIII, passim, Parigi 1892-93-95.

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