Jaubert, Maurice
Compositore francese, nato a Nizza il 3 gennaio 1900 e morto ad Azerailles (Baccarat) il 19 giugno 1940. Considerato uno dei pionieri della musica cinematografica nell'epoca del sonoro, realizzò una cinquantina di colonne sonore nell'arco di soli dieci anni, assieme a una tra le prime riflessioni compiute sui rapporti tra la musica, le immagini e le altre componenti sonore che si inseriscono nella narrazione cinematografica, dal parlato ai rumori di scena. Collaborò con i maggiori registi francesi dell'epoca, come Jean Vigo, René Clair, Marcel Carné, Julien Duvivier, sperimentando interessanti innovazioni tecniche, finalizzate ad accrescere l'efficacia drammaturgica della musica, ed elaborando uno stile personale, destinato a divenire un punto di riferimento imprescindibile per le successive generazioni di compositori per il cinema.
Compì gli studi musicali al Conservatorio di Nizza con A. Groz, poi giuridici alla Sorbona di Parigi. Dopo il praticantato legale si dedicò completamente alla composizione. Dal 1925 fu direttore musicale presso la Pleyola Records e avviò le prime collaborazioni con il teatro, destinate a proseguire negli anni successivi. Con la colonna sonora di Die wunderbare Lüge der Nina Petrowna (1929) di Hanns Schwarz iniziò il suo lavoro per il cinema, che lo portò tra l'altro al ruolo di direttore musicale degli studi Pathé-Nathan (1931-1935). Richiamato alle armi nel 1939, morì in combattimento l'anno successivo, subito prima della firma dell'armistizio.
La formazione classica, unitamente all'apertura culturale e, in qualche misura, anche al clima pionieristico che il cinema francese nel suo complesso sperimentava negli anni Trenta, consentirono a J. di maturare con rigore e originalità uno stile di musica cinematografica destinato a fare epoca. Capace di radicare la propria invenzione nelle fonti più autentiche della tradizione musicale francese e di metterla senza remore al servizio dell'efficacia drammaturgica, praticò accanto alla musica cinematografica anche generi da concerto, senza per questo creare compartimenti stagni né cesure nel proprio linguaggio. Nella produzione per il cinema non rinunciò mai alla coerenza interna del discorso musicale, basato su uno stile compositivo lineare e architetture limpide, una rilevante ricerca polifonica, l'attenzione alla dimensione dinamica (secondo la sua definizione, la musica dovrebbe rendere "fisicamente percepibile il ritmo interno delle immagini"). Fu in costante contatto con gli sviluppi contemporanei della ricerca musicale ed ebbe fra i suoi amici Eric Satie, Arthur Honegger (con il quale collaborò in diverse occasioni, compresa la colonna sonora di Mademoiselle Docteur di Georg Wilhelm Pabst, 1937), Gabriel Fauré e Maurice Ravel.
La rilevanza dei risultati che emersero dalla sua ricerca è testimoniata, oltre che dalla 'scuola' che la sua produzione ha costituito per le generazioni successive, anche dalla ripresa negli anni Settanta di brani di J., scritti originariamente per il cinema o per la sala da concerto, nelle colonne sonore dei film di François Truffaut L'histoire d'Adèle H. (1975; Adele H., una storia d'amore), L'argent de poche (1976; Gli anni in tasca), L'homme qui aimait les femmes (1977; L'uomo che amava le donne) e La chambre verte (1978; La camera verde). In quest'ultimo caso Truffaut decise di suonare la musica (dal Concert flamand) sul set, durante le riprese, per aiutare gli attori a immedesimarsi nell'atmosfera cupa del film, proprio per la capacità di J. di narrare musicalmente sentimenti e stati d'animo. Tra i registi con i quali J. collaborò personalmente, va ricordato in primo luogo Jean Vigo, per il quale compose alcune delle sue più note colonne sonore, quelle di Zéro de conduite (1933; Zero in condotta) e L'Atalante (1934). Fece storia, nel primo film, l'accompagnamento musicale di una scena di rivolta dei piccoli protagonisti, che J. realizzò trascrivendo a ritroso la musica già composta, partendo dunque dall'ultima battuta per finire con la prima: a registrazione compiuta, ne risultò una sonorità irreale, del tutto adeguata alla scena al rallentatore dei bambini in camicia da notte, tra le piume dei guanciali. Rilevanti furono anche le collaborazioni con René Clair per Quatorze juillet (1932; Per le vie di Parigi) e Le dernier milliardaire (1934; L'ultimo miliardario), con Marcel Carné per Drôle de drame (1937; Lo strano dramma del dottor Molyneaux), Hôtel du Nord (1938; Albergo Nord), Quai des brumes (1938; Il porto delle nebbie), dove la musica di J. sottolinea e sostiene l'atmosfera cupa e tesa del film, e Le jour se lève (1939; Alba tragica), la cui colonna sonora è caratterizzata da un uso insistente ed efficace delle percussioni, in una situazione claustrofobica. La capacità di immedesimarsi, dipingere e creare musicalmente stati d'animo e tensioni psicologiche è ben testimoniata anche dalle partiture per i film di Julien Duvivier Carnet de bal (1937; Carnet di ballo), dove spicca la Valse grise, e La fin du jour (1938; I prigionieri del sogno), nel quale la malinconia della musica è proprio parte integrante dello studio psicologico voluto dal regista. Ancora nel 2001, Jean-Luc Godard ricorrerà a brani di J. per la colonna sonora di éloge de l'amour. J. comparve anche come attore nel film di Curtis Bernhardt Nuit de décembre (1939).
F. Porcile, Jaubert, musicien populaire ou maudit?, Paris 1971.
A. Insdorf, Maurice Jaubert and François Truffaut: musical continuities from "L'Atalante" to "L'histoire d'Adèle H.", in "Yale French Studies", 1980, pp. 204-18.
A. Lacombe, N. Lacombe, Maurice Jaubert, in Des compositeurs pour l'image (cinéma et télévision), Neuilly 1982, pp. 81-82.
C. Colón Perales, Maurice Jaubert. Antología de textos, Sevilla 1986.