MERLEAU-PONTY, Maurice
Filosofo fmncese, nato a Parigi il 4 maggio 1961. Studiò all'Ecole Normale Supér. (1926-30); insegnò filosofia nei licei (1931-45), poi all'univ. di Lione (1945-49). Amico di Sartre, è stato per diversi anni uno dei maggiori collaboratori di Les Temps modernes; nel 1952 successe a L. Lavelle nel Collège de France. Il distacco dal comunismo e da Sartre, dovuto sia al corso degli eventi sia agli sviluppi della propria filosofia, gli procurò violente repliche da parte dei marxisti e di S. de Beauvoir.
Alla sua formazione presiedettero la fenomenologia husserliana e l'esistenzialismo di Heidegger e di sartre, che egli contribuì in un primo tempo a mettere in rapporto con l'ideologia marxista.
Le sue opere sono: La structure du comportement (1942), La phénoménologie de la perception (1945), Humanisme et terreur, essai sur le problème communiste (1947), Sens et non-sens (1948), Éloge de la philosophie (1953; trad. it., Torino 1957), Les aventures de la dialectique (1955), Signes (1961). Il pensiero di M.-P. è contrassegnato da un irrazionalismo umanistico e mondano: cerca di dissipare le istanze e gli esiti religiosi dell'esistenzialismo di destra per la fondazione di una positività dell'agire umano. Per l'uomo l'essere nel mondo equivale a concepire se stesso come comportamento, che è dialogo sociale. Nella pluralità dei soggetti in relazione si attua la libertà, ma la libertà trova il suo limite nell'inesistenza dell'Assoluto.
Bibl.: A. De Waelhens, Une philosophie de l'ambiguité. L'existentialisme de M. M.-P. Lovanio 1951; F. Jeanson, La phénoménologie, Parigi 1952; S. de Beauvoir, Privilèges: M.-P. et le pseudo-sartrisme, ivi 1955; Autori varî, Mésaventures de l'antimarxisme. Les malheurs de M. M.-P., ivi 1956; E. Paci, Introd. alla trad. it. di Éloge de la philosophie, Torino 1957; G. Scotti, Originarietà e relazione in M. P., in Aut Aut, VII (1957), nn. 38, 41 e 42.