MAURITANIA (A. T., 109-110-111)
Colonia che fa parte dell'Africa Occidentale Francese e che si stende sulla parte occidentale del Sahara. Confina a NO. col Sahara spagnolo (Río de Oro), a N. e NE. col Sahara algerino-marocchino, a E. col Sudan Francese, a O. con l'Oceano Atlantico, che la bagna sopra uno sviluppo di coste di 600 km. Ha una superficie di 834.850 kmq. e ma popolazione di 322.000 ab., di cui 300 Europei.
Il territorio è costituito da un'immensa pianura bassa, antico golfo quaternario limitato a E. dal massiccio del Tagant che prolunga verso NO. il massiccio dell'Adrar. Sono brevi catene antiche formate di scisti, arenarie e graniti; il Tagant domina dall'altezza di 300 m. le pianure contigue, mentre l'Adrar è un poco più elevato, raggiungendo i 500 m. Alcuni altri sollevamenti granitici emergono a N. e a NO. dell'Adrar.
La Mauritania comprende tre zone distinte. La prima consta d'una lunga striscia di terre, larga da 5 a 10 km., detta Chemama, la quale costeggia il fiume Senegal ed è compresa quasi tutta nella zona delle inondazioni periodiche del fiume. E una regione d'alluvioni e di colture alimentari (miglio), abitata da popolazioni negre sedentarie: Uolof, Toucouleurs, Saracole. La seconda zona, che succede alla striscia alluvionale, si stende fino a circa 18° lat. N. ed è regione di steppe e di pascoli, disseminata d'alberi della gomma e di acacie; è in gran parte coperta da dune, tra le quali s'intercalano alcune strisce di suolo argilloso. Su essa vivono numerose greggi d'ovini e bovini. Di là dal 18° lat. N. comincia il Sahara propriamente detto, dominio dei grandi nomadi allevatori di cammelli. Nelle valli in cui l'acqua del sottosuolo è prossima alla superficie, s'incontrano alcuni ksour (ksar; v.) e alcuni palmeti.
La zona che segue il corso del Senegal e del Gorgol ha una stagione di piogge regolari. Più a N. le piogge, prodotte da alcuni uragani che sopravvengono tra il luglio e il dicembre, sono troppo irregolari per consentire la coltivazione: talvolta trascorrono sette o otto anni senza pioggia. Più si procede verso il tropico e più il paese diviene desertico. Il vento predominante è quello di NE.
Le popolazioni che abitano il Sahara occidentale sono designate col nome di Mauri e sono formate da una mescolanza di Berberi, Arabi e Negri. In generale però il sangue bianco predomina. I Mauri di razza bianca hanno naso diritto e affilato, leggermente aquilino; fronte larga; occhi vivacissimi e molto espressivi, neri, ben tagliati; bocca piccola a labbra sottili; viso ovale allungato. Portano generalmente la barba completa, corta e rada, e hanno capelli lunghi, abbondanti e ondulati. Hanno colorito pallido e ambrato, sono magri e asciutti e la loro sobrietà è proverbiale.
Tra i Mauri si distinguono tribù guerriere, come i Reguibat, gli Uled-bu-Sba, gli Uled-Delim, e tribù religiose e marabuttiche quali i Tadiakant e i Barakallah. I guerrieri, i Beni-Hassan, rivendicano origine araba e formano la classe nobile. I marabutti per principio non portano armi; essi si riconnettono alle due grandi confraternite musulmane dei Kadriya e dei Tidjaniya. Il resto della popolazione è composto di tributarî, detti Zenaga o harratin, e d'antichi schiavi di capanna o di tratta. Il vestimento degli uomini si compone d'una specie di ampia camicia (draa); quello delle donne, di un'ampia tunica (melhafa). Entrambi gl'indumenti sono di ghinea azzurra e aderenti alla pelle; donde il nome di "uomini azzurri" con cui sono spesso designati i Mauri. A eccezione di alcuni gruppi che la necessità di coltivare i palmeti ha reso semisedentarî, i Mauri sono essenzialmente nomadi e pastori; vivono in accampamenti che si spostano secondo le stagioni, per avvicinarsi ai luoghi dove trovano l'acqua. Durante la stagione asciutta le popolazioni del Trarza, del Brakna e del Gorgol si recano verso il Senegal per trovare i pascoli necessarî ai loro cammelli; al sopraggiungere della stagione delle piogge risalgono verso N. per sottrarsi alle malattie da cui sono colpiti nella zona fluviale.
La colonia è amministrata da un luogotenente-governatore che risiede a Saint-Louis, ed è divisa in 8 distretti.
La Mauritania è soprattutto un paese d'allevamento: vi si trovano 50.000 cammelli e 290.000 buoi e zebù. Vi sono inoltre 2.400.000 pecore. Esistono numerosi giacimenti di sale, sfruttati alla sebkha d'Idjil e nelle saline in riva all'oceano. Nell'Adrar (Atar, Chinguetti) e a Tidjikdia vi sono alcuni palmeti. Il solo prodotto che sia oggetto di un'esportazione relativamente importante, è la gomma (circa 3000 tonn.) fornita dalla resina dell'Acacia verek.
Il solo porto della Mauritania è Port-Étienne, situato all'estremità settentrionale della costa, in prossimità immediata del Río de Oro, nella Baia del Levriero, protetta dalla penisola del Capo Bianco. Vi manca però del tutto l'acqua dolce, che deve esservi importata. La sua importanza deriva dalla ricchezza di pesce che si trova nella Baia del Levriero e dagl'impianti che, in relazione a tale ricchezza, sono sorti a terra. La Société industrielle de la grande pêche, creata nel 1919, prepara pesce secco e affumicato che si esporta verso le colonie del sud (da 700 a 800 tonn. per un valore da 2 a 3 milioni di franchi). Sono utilizzati anche i sottoprodotti: guano, olî, colle e pelli di pesce. Tutta la costa tra Nouakchott e il Capo Bianco presenta una grande ricchezza ittiologica, specie presso il banco d'Arguin. Ogni anno pescatori bretoni vi si recano a pescare l'aragosta verde o aragosta reale.
Il commercio (pesce secco, gomma, datteri) si svolge in determinati luoghi stabiliti sul fiume Senegal; gli scambî possono essere valutati a circa 35 milioni. Sebbene le accomandite per il bestiame ovino e le pescherie abbiano possibilità d'un certo sviluppo, la Mauritania presenta scarso interesse economico: essa è soprattutto una difesa avanzata, destinata a proteggere la colonia del Senegal contro le incursioni dei razziatori del nord.
Bibl.: A. Gruvel e R. Chudeu, A travers la Mauritanie occidentale, voll. 2, Parigi 1909-1911; Schmitt, Le Sahara occidental, in La Géographie, XXVII (1913); Exposition Coloniale Internat. La Mauritanie, Parigi 1931.