Calvesi, Maurizio
Storico dell'arte, nato a Roma il 18 settembre 1927. Laureatosi a Roma con L. Venturi (1949), con una tesi su Simone Peterzano (16° sec.), nel 1955 è entrato nella Soprintendenza di Bologna e ha poi diretto la Pinacoteca nazionale di Ferrara; nel 1959 è tornato a Roma, prima alla Galleria nazionale d'arte moderna, e quindi (1964) alla direzione della Calcografia nazionale. Dal 1970 professore di storia dell'arte moderna nell'università di Palermo e successivamente (1976) a "La Sapienza" di Roma. Ha fatto parte (1979-82) del Consiglio direttivo della Biennale di Venezia, di cui ha coordinato (1983-86) il settore arti visive. Dal 1993 dirige il Museo-laboratorio di arte contemporanea dell'Università "La Sapienza" di Roma. È socio nazionale dei Lincei (dal 1988).
Direttore di varie riviste (Storia dell'arte, con O. Ferrari e A.M. Romanini; Art e dossier; Ars), oltre a studi di tradizionale metodologia (Architettura barocca a Lecce e in terra di Puglia, in collab. con M. Manieri Elia, 1970) ha sviluppato un personale metodo iconologico, collegato all'interesse per il contesto storico-culturale. Ha indagato le complesse allegorie e il problema attributivo dell'Hypnerotomachia Poliphili, romanzo allegorico da lui riferito a Francesco Colonna, signore di Palestrina (Il sogno di Polifilo prenestino, 1980; La pugna d'amore in sogno di Francesco Colonna romano, 1996); ha dedicato saggi e monografie all'opera di vari artisti (Le realtà del Caravaggio, 1990; Piero della Francesca, 1998) e allo studio di complessi monumentali e cicli decorativi (Le arti in Vaticano, 1980; Gli incantesimi di Bomarzo. Il Sacro Bosco tra arte e letteratura, 1999), portando inoltre in luce in varie ricerche le componenti dell'ermetismo rinascimentale (La Melanconia di Albrecht Dürer, 1993). Ha poi delineato la continuità dell'allegoria alchemica fino al sec. 20°, dedicando un'analisi particolare, tra gli artisti contemporanei, a M. Duchamp (Duchamp invisibile. La costruzione del simbolo, 1975). Nel campo dell'arte contemporanea ha svolto, secondo il metodo filologico di analisi storica, vari studi sul Futurismo (tra cui Il Futurismo, 1970), sulla Metafisica (La Metafisica schiarita: da De Chirico a Carrà, da Morandi a Savinio, 1982), sui protagonisti dell'Informale (Alberto Burri, 1971). Ha seguito come critico le tendenze dell'arte a partire dagli anni Cinquanta, analizzandone processi ed evoluzioni, come nelle raccolte di saggi Le due avanguardie. Dal futurismo alla pop art (1966) e Avanguardia di massa (1978).
Tra le numerose esposizioni da lui curate o coordinate, oltre alla serie di rassegne su Il Quattrocento a Roma e nel Lazio (1981-82) concluse con la mostra Da Pisanello alla nascita dei Musei Capitolini: l'antico a Roma alla vigilia del Rinascimento (1988, Roma, Musei Capitolini) e alle varie mostre tenute nell'ambito delle Biennali di Venezia (1984, Arte allo specchio e Arte, ambiente, scena; 1986, Arte e scienza), si ricordano: Attraversamenti. Linee della nuova arte contemporanea italiana (1984, Perugia, Rocca Paolina, Palazzo dei Priori e Palazzo del Capitano del Popolo); Anacronismo, ipermanierismo (1984, Anagni, Monte Frumentario); Roma anni Sessanta (1990, Roma, Palazzo delle Esposizioni).