CIBO, Maurizio
Di origine genovese, nacque, fra il terzo e il quarto decennio del sec. XV, da Aronne (Arano) e da Teodorina De Mari. Fu fratello di Giovanni Battista, assurto al papato con il nome di Innocenzo VIII il 29 ag. 1484.
Alfonso I d'Aragona, che aveva apprezzato le doti del padre, nominò il C. nel 1449 conservatore della pace in Genova. Una delle scarsissime notizie di lui precedenti al 1484 è quella del suo matrimonio con Peretta Cibo, dalla quale ebbe un figlio, Giovanni Battista, che fu più tardi castellano di Civitavecchia e che gli premorì. Gli venne attribuita erroneamente la paternità anche di un figlio naturale, Lorenzo (De Mari), che fu poi arcivescovo di Benevento e cardinale e che ottenne da Innocenzo. VIII la concessione di usare il cognome Cibo.
A Roma il C. abitò in una grande casa in Borgo, di fronte alla facciata di S. Pietro, che venne più tardi demolita per far posto al porticato dei Bernini; non sappiamo tuttavia se abbia cominciato ad alloggiarvi prima o dopo l'avvento del fratillo.al papato. Certo è che successivamente alla metà degli anni Ottanta, egli partecipò in Roma a varie cerimonie religiose presenziate dal pontefice. Così il 24 dic. 1486 il C., che aveva ricevuto in commenda l'abbazia di S. Maria di Staffarda (allora in diocesi di Torino), fu asperso d'incenso dal papa durante il rito della vigilia di Natale; partecipò anche alla cerimonia del 2 febbr. 1487, festa della purificazione dì Maria.
Nell'aprile di quell'anno Innocenzo VIII lo nominò governatore di Spoleto, dove il C. giunse il 5 del mese. Questa città era allora in preda a vivaci discordie private, che l'avevano gettata nell'anarchia. Preso possesso della rocca e della città, il C. riuscì a ristabilirvi una sorta di tranquillità. Il papa allora, forse soddisfatto e speranzoso per questo successo del fratello, lo inviò a Perugia, dilaniata dai disordini provocati dalle due fazioni contrapposte dei Baglioni e degli Oddi. Il C. vi si recò il 22 febbr. 1488. Rifiutato con un bel gesto un regalo offertogli dal Comune, consistente in un boccale e in un bacile d'argento, si trovò subito coinvolto nei disordini cittadini senza essere in grado né di dominare né di controllare in alcun modo la situazione. Lasciato dunque come suo rappresentante nella città Angelo da Sutri, il C. abbandonò la città umbra dove tornò ancora nel febbraio dell'anno successivo, senza pero poter minimamente contribuire al ristabilimento della quiete. Quale governatore pontificio di Spoleto egli doveva registrare invece qualche successo. Sempre nel 1489 si adoperò per strappare Gualdo Cattaneo dalle mani -dei fuorusciti spoletini. vi riuscì, senza però poter impedire che la cittadina, rioccupata subito dopo dai fuortisciti, fosse nell'agosto data alle fiamme da Niccolò Orsini, capitano della Chiesa. Il C., che aveva anche il problema di appianare la controversia per questioni territoriali Era Montefalco - Comune che mostrò d'altro canto di non nutrire alcuna fiducia nei riguardi del governatore - e Spoleto, riuscì a far addivenire a un accordo quest'ultima e Foligno, della quale il 12 marzo 1490 divenne governatore, a proposito del possesso di Orsano.
Stava comunque spesso a Roma, ove era certamente il 2 apr. 1490, quando fu fra gli illustri personaggi che accolsero Guidubaldo da Montefeltro al suo arrivo nella città, e due giorni dopo, quando ricevette la palma benedetta dalle mani del pontefice. Era ancora nell'Urbe il 9 maggio e lì partecipò alle cerimonie per il matrimonio di Orso Orsini con Giulia Farnese. Probabilmente era però tornato già a Spoleto nell'ottobre, quando si ammalò, poiché morì in quella città nell'aprile del 1491. Fu sepolto nel duomo, davanti all'altare maggiore, all'ultimo gradino della scala, senza lapide. Un secolo dopo il pronipote Alberico Cibo Malaspina, principe di Massa, 'fece porre una lapide in sua memoria.
Fonti e Bibl.: I. Burchardi Liber notarum, in Rer. Ital. Scrip., 2 ed., XXXII, 1, a cura di E. Celani, I, pp. 174, 180, 301 s., 306 s.; II, pp. 424. 515; Cronaca della città di Perugia, a cura di A. Fabretti, in Archivio storico italiano, XVI (1850), 1, pp. 669, 672, 679, 690; S. Infessura, Diario della città di Roma, a cura di O. Tommasini, Roma 1890, p. 234; L. Fumi, Inventario e spoglio dei registri della tesoreria apostolica di Perugia..., Perugia 1901, pp. 105 s.; L. Staffetti, Il libro di ricordi della fámiglia Cybo, in Atti della Soc. ligure di st. patr., XXXVIII (1908), pp. 73 s., 99, 124, 252, 257 s., 308, 447, 449, 498, 501; L. Iacobini, Discorso della città di Foligno..., Foligno 1646, p. 48; P. Pellini, Dell'historia di Perugia, II, Venetia 1664, pp. 850 s.; A. Sansi, Storia del comune di Spoleto, II, Foligno 1884, pp. 87-94; L. v. Pastor, Storia dei papi, III, Roma 1959, p. 237.