Vedi Maurizio dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La Repubblica di Maurizio è uno stato insulare dell’Africa orientale, posto nell’Oceano Indiano a est del Madagascar. Il lungo legame coloniale con il Regno Unito ha influito sulla forma istituzionale adottata dopo l’indipendenza. Oltre a essere, secondo Freedom House, l’unico paese africano dotato di istituzioni pienamente democratiche, l’Isola Maurizio costituisce una repubblica parlamentare strutturata secondo il modello Westminster: il presidente è il capo di stato, il primo ministro nomina i ministri e può sciogliere le camere. Nonostante il paese abbia acquisito l’indipendenza dal Regno Unito fin dal 1968, è rimasto aperto l’annoso contenzioso diplomatico con l’ex potenza coloniale circa la sovranità sull’arcipelago Chagos, che comprende l’isola Diego Garcia. Sulla base di un accordo siglato nel 1965 con il Regno Unito, l’arcipelago sarebbe stato distaccato dalle Maurizio per entrare a far parte del Territorio britannico dell’Oceano Indiano. In seguito, gli abitanti dell’arcipelago sono stati deportati, in gran parte a Maurizio, per permettere al Regno Unito di affittare l’isola Diego Garcia agli Stati Uniti, che intendevano stabilirvi una base militare. La questione è ancora irrisolta. Tuttavia i due paesi hanno stretti legami economici e culturali; le popolazioni mauriziane hanno origini europee, asiatiche e africane. Il gruppo maggioritario è quello degli indo-mauriziani di religione induista (48% della popolazione). Le minoranze annoverano gli indo-mauriziani di religione musulmana (17%), i creoli (27%) di origini europee e africane e prevalentemente cristiani, i franco-mauriziani (2%) e i sino-mauriziani (3%). La stabilità democratica, la tolleranza etnica, la trasparenza del contesto normativo e il progressivo miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini hanno contraddistinto la storia di Maurizio. L’isola possiede uno dei più alti pil pro capite del continente africano. L’economia si basa sul turismo, sull’industria tessile e saccarifera e sui servizi finanziari. La crisi economica mondiale del 2008-09 ha tuttavia rallentato la crescita del paese (dal 5,5% nel 2007 al 3,3% nel 2014). Oggi Maurizio continua a crescere al ritmo del 3% circa annuo. L’economia del paese ha risentito in particolar modo della brusca frenata dell’economia europea: larga parte delle esportazioni è diretta infatti verso l’Eu. Le esportazioni contano per quasi la metà del pil e il paese dipende dagli investimenti esteri. Il governo ha avviato alcune iniziative regionali e globali per diversificare l’economia e i mercati. Maurizio ha infatti forti legami storici e commerciali con l’India, il maggiore esportatore verso l’isola e uno dei maggiori investitori. La Cina ha inoltre scelto Maurizio come importante polo di investimenti e ha varato un piano, in corso di realizzazione, per la costruzione di una zona di cooperazione economica e commerciale. Sul piano regionale, il paese è membro della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), dell’Associazione per la cooperazione regionale dell’Oceano Indiano (Ior-Arc) e della Commissione dell’Oceano Indiano (Coi). Inoltre, in qualità di membro del Mercato comune dell’Africa orientale e meridionale (Comesa), l’isola partecipa al negoziato con l’Eu in vista di un accordo di partenariato economico. Le maggiori minacce alla stabilità dell’esecutivo in carica sembrano provenire dalla difficile situazione economica. Il 10 dicembre 2014 si sono tenute le elezioni che hanno visto vincente il Partito di centro sinistra Militant Socialist Movement guidato da Sir Anerood Jugnauth, che ha sconfitto il primo ministro uscente Navin Ramgoolam, fin lì alla guida di una coalizione Labour Party-Parti Mauricien Sociale Démocrate. Jugnauth dispone di un’ampia maggioranza che pare sufficiente alla realizzazione dell’ambizioso programma di riforme di cui il paese necessiterebbe per far fronte alle difficoltà dell’economia mondiale.