MAURIZIO
(XXII, p. 613; App. III, II, p. 48; IV, II, p. 420)
La popolazione dello stato insulare africano ha superato il milione di abitanti (1.077.843 secondo una valutazione del 1991, con una densità di 528 ab./km2); alla stessa data, la capitale Port Louis contava 142.505 ab. La presenza sull'altopiano di alcuni grossi centri agricolo-commerciali, compresi tra i 50.000 e i 100.000 ab., fa ammontare la popolazione urbana dello stato a più del 40% del totale.
Fino al 1970 l'economia di M. si reggeva quasi esclusivamente sulla coltivazione della canna da zucchero, la sua lavorazione e l'esportazione del prodotto finito. Questa risorsa, sia pure integrata dai proventi del tè e del tabacco, non poteva però far fronte alle necessità di una popolazione numerosa e in fase di rapida crescita (fra il 1962 e il 1983 il tasso medio di accrescimento annuo della popolazione in età lavorativa è stato del 2,7%). Sono stati pertanto adottati provvedimenti governativi che da un lato tendono a limitare l'incremento demografico e, dall'altro, incentivano un'industrializzazione orientata verso l'esportazione.
In particolare, con l'Export Processing Zone Act del 1970, è stata istituita una zona franca di produzione per l'esportazione allo scopo di attirare investimenti stranieri in industrie ad alta intensità di mano d'opera, in contropartita di agevolazioni finanziarie e fiscali, e soprattutto di una larga disponibilità di mano d'opera a buon mercato, nonché dell'accesso privilegiato ai mercati della CEE e degli Stati Uniti rispetto ai grandi esportatori asiatici.
Fra il 1983 e il 1990 il numero degli addetti al settore industriale è salito da 25.000 a 107.755, rivoluzionando la struttura occupazionale tradizionale, imperniata sull'agricoltura e l'amministrazione. Le industrie manifatturiere operano per lo più nel settore tessile e dell'abbigliamento (M. è attualmente il quarto esportatore mondiale di maglierie). La coltivazione della canna da zucchero (76.000 ha nel 1990) continua a fornire la materia prima a 19 zuccherifici, che nel 1990 hanno prodotto 624.000 t di zucchero, quasi interamente esportato. Ma lo zucchero è stato ormai sopravanzato, nella graduatoria per valore delle esportazioni, dai prodotti dell'industria tessile e dell'abbigliamento. Il turismo (300.670 visitatori nel 1991) costituisce la terza voce di entrata della bilancia dei pagamenti.
Bibl.: A. Toussaint, History of Mauritius, Londra 1978; H. Jones, Mauritius: the latest pyjama republic, in Geography, Sheffield 1989; P.R. Bennett, Mauritius, Oxford-Santa Barbara 1992.
Storia. - Sostenuto da una ridottissima maggioranza, il governo laburista-moderato di S. Ramgoolam non sopravvisse alle elezioni dell'11 giugno 1982 in cui trionfò (62 seggi su 70) il blocco di sinistra. Il nuovo governo, guidato da A. Jugnauth, presidente del Mouvement Militant Mauricien (MMM), varò un ambizioso programma di riforme miranti ad attenuare, anche attraverso alcune nazionalizzazioni, la soffocante dipendenza del paese dalla monocoltura saccarifera. In politica estera si ebbe una svolta radicale con la rivendicazione della piena sovranità sulle isole Chagos e in particolare sull'isolotto di Diego Garcia affittato dalla Gran Bretagna agli USA per scopi militari.
La coalizione progressista, incalzata dalla crisi economica dovuta al crollo del prezzo dello zucchero sui mercati mondiali e corrosa da rivalità intestine, non ebbe lunga vita. Nel marzo 1983 il segretario del MMM, P. Bérenger, abbandonò il dicastero delle Finanze. Jugnauth reagì fondando un proprio Mouvement Socialiste Mauricien (MSM) e, alleatosi con il blocco laburista-moderato, vinse le elezioni anticipate del 21 agosto 1983. Quella vittoria fu confermata anche dalla tornata elettorale dell'agosto 1987, nonostante che la compagine governativa fosse stata precedentemente colpita dai riflessi negativi di alcuni episodi di corruzione. La situazione mutò radicalmente quando l'MSM prese a sostenere un orientamento nazionalistico mirante, attraverso la proclamazione della repubblica, ad attenuare i legami con Londra abolendo la norma costituzionale che affidava la guida dello stato alla regina britannica, rappresentata in loco da un governatore generale. Su tale programma di riforma istituzionale si registrò un repentino cambio di alleanze per cui i due partiti rivali − MMM ed MSM − decisero di costituire un fronte elettorale comune che trionfò alle elezioni del settembre 1991. Il nuovo Parlamento poté così approvare un emendamento costituzionale che, entrato in vigore il 12 marzo 1992, fece di M. una repubblica nell'ambito del Commonwealth. Il 30 giugno successivo, alla carica di presidente della Repubblica venne eletto dal Parlamento l'esponente dell'MMM C. Uteem.
Bibl.: A.R. Mannick, Mauritius: the politics of change, Mayfield (Gran Bretagna) 1989; J.C. Lou Thi Keng, Inter-ethnicité et politique à l'île Maurice, Parigi 1991.