CONCONI, Mauro
Nacque a Milano il 7 dic. 1815 da Luigi e da Maria Ferrario; fu zio dell'incisore, pittore e architetto Luigi Conconi. Nel 1832 siiscrisse alla Accademia di Brera, dove seguì i corsi di L. Sabatelli e di C. Bellosio. Terminati gli studi, si trasferì con il Bellosio a Torino, dove, sotto la guida del maestro, iniziò ad operare in quel linguaggio romantico, ancora di origine settecentesca, che a Milano, e in seguito in tutta la Lombardia, si era cominciato ad affermare contro l'accademismo neoclassico.
Nel 1837 collaborò con il Bellosio e Pelagio Palagi, maestro di quest'ultimo a Brera, agli affreschi di soggetto religioso che Carlo Alberto di Savoia aveva loro commissionato per la decorazione delle ville reali di Pollenzo e Racconigi e del palazzo reale di Torino. Fu ancora accanto al maestro nell'esecuzione delle due serie di affreschi, rispettivamente del 1840 e del 1842, nella villa Calderara a Venzago e nella Rotonda dell'Armeria reale di Torino.
Nei lavori ad olio, invece, il linguaggio artistico del C. rivela maggiore indipendenza, nonché una maggiore qualità e scioltezza.
La sua prima esposizione fu a Brera nel 1844; ad essa partecipò con un buon numero di opere, tra cui il Rinaldo e Armida, ora conservato alla Civica Galleria d'arte moderna di Milano.
Sempre a Brera, nel 1847, espose un "abbozzetto di medaglia a Buon fresco" (Mongeri, 1861), probabilmente identificabile (Caramel-Pirovano. 1975) con la tela L'origine dello stemma visconteo (Milano, Gall. d'arte moderna), databile sempre al 1847, anno in cui affrescò il medesimo tema nel palazzo Visconti a Milano. Interessanti risultano anche i suoi ritratti, alcuni dei quali furono dal C. esposti a Brera nel 1851 e nel 1852, sia per buona qualità pittorica, sia per certa indagine psicologica ed espressiva che li inseriscono in clima già dichiaratamente romantico. Dei ritratti eseguiti dal C. negli anni Cinquanta, notevoli sono quelli del pittore Carlo Bellosio databile al 1850 e quello di Giovanni Juva, datato 1851 (entrambi a Milano, Gall. d'arte moderna).
Nel 1854 il C. dipinse ad affresco, nella conca absidale del duomo di Lodi, una Assunzione che viene unanimemente considerata l'opera migliore dell'artista. La sua vena decorativa ebbe modo di esprimersi anche in cartoni per vetrate: P. Bagatti Valsecchi eseguì, su disegno del C., due vetrate raffiguranti Episodi della vita di s. Carlo Borromeo per la chiesa di S. Carlo (distrutte) e la grande vetrata con S. Tecla nell'arena dei leoni ordinata per la facciata del duomo, sempre a Milano, nel 1857 (posta in opera nel 1861).
Nell'anno 1857 gli venne commissionato un nuovo sipario per il teatro alla Scala, ma l'incarico gli venne in seguito tolto "per deplorabili passioni e con bassi e obliqui pretesti" (Mongeri, 1861, p. 53). Restano due bozzetti: uno nella Civica Galleria d'arte moderna di Milano e l'altro nel Museo teatrale alla Scala.
Appena trentacinquenne, il C. morì a Milano il 14 maggio 1860.
Il C. appartiene a quel gruppo di pittori del Milanese, giudicati minori, che pur non aderendo coscientemente alla querelle tra classici e romantici, ne sentirono comunque i fermenti, svecchiando molto prima i soggetti, in senso storico-nazionale, che non il linguaggio pittorico, spesso ancora legato ad una rigidezza formale ancora classicista; nonostante gli evidenti limiti della loro produzione artistica, dovuti però, per Bellosio e per il C., in gran parte alla relativa brevità della loro vita, questi pittori contribuirono in modo non trascurabile ad aprire la via ad una più chiara definizione della sensibilità romantica.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate nel testo, vedi: G. Mongeri, M. C. pittore. 1815-1860. Commemorazione..., Milano 1861; G. Guidoni, Il Museo del paesaggio a Pallanza, in Natura ed arte, L (1916), p. 575; C. Bonapace, La mostra del paesaggio a Gardone Riviera, ibid. LV (1921), pp. 129 s.; R. Giolli, L. C. architetto e pittore, Roma-Milano 1921; M. Cinotti-E. Piceni, La pittura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 462; E. Piceni-M. Monteverdi, Pittura lombarda dell'800, Milano 1969, p. 21; Musei e Gallerie di Milano, L. Caramel-C. Pirovano, Gall. d'arte moderna. Opere dell'800, Venezia 1975, I, p. 42; Ibid., G. Anzani, in Museo teatrale alla Scala, I, Venezia 1976, p. 115; U. Thieme-F. Becker: Künstlerlexikon, VII, p. 290; Encicl. Ital., XI, p. 79; Catalogo Bolaffi della pittura ital. dell'800, Torino 1964, pp. 136 s.