RUSCONI, Mauro
– Nacque a Pavia il 18 novembre 1776 da Gaspare, commerciante, e da Barbara Mazza.
Infiammato dagli ideali provenienti d’Oltralpe, interruppe gli studi per arruolarsi nell’esercito della Cisalpina e giunse ben presto al grado di capitano d’artiglieria. Al ritorno degli austriaci, nel 1799, si trovava di guarnigione a Mantova e, dopo la caduta della città, lasciò per sempre la vita militare, rientrando a Pavia.
Nel 1800, dopo la riapertura dell’Università, chiusa durante la reazione austro-russa, si iscrisse alla facoltà di medicina ed ebbe come maestri, tra gli altri, Alessandro Volta, Luigi Valentino Brugnatelli, Giuseppe Jacopi e Antonio Scarpa. Sotto la guida di Scarpa, docente di anatomia e clinica chirurgica, e di Jacopi, docente di anatomia e fisiologia comparata, Rusconi divenne un abile preparatore. Nel 1804, ancora studente, accompagnò Jacopi, con il quale la collaborazione era particolarmente stretta, in una spedizione scientifica nel golfo di La Spezia per raccogliere esemplari naturalistici.
Laureatosi con lode l’11 giugno 1806, cominciò a esercitare come medico, ma continuò a tenere contatti con l’Università divenendo ripetitore di materia medica nel 1809 e, due anni più tardi, di fisiologia e anatomia comparata. L’incarico non prevedeva una remunerazione fissa, ma solo un compenso da parte degli studenti che intervenivano ai suoi esercizi. Nella speranza di ottenere una migliore posizione in ambito accademico, Rusconi approfondì gli studi in un soggiorno a Parigi nel 1812, seguendo le lezioni del celebre naturalista Georges Cuvier. Al suo ritorno a Pavia, però, la situazione era cambiata: Jacopi era morto prematuramente nel 1813 e la cattedra di anatomia comparata era passata ad Arcangelo Spedalieri. Rusconi ottenne soltanto il ruolo di prosettore, incarico che perdette nel 1819 – insieme a quello di ripetitore –, quando l’insegnamento dell’anatomia comparata fu aggregato, con la collezione annessa, a quello di storia naturale. Scarpa tentò di far valere la propria influenza presso il governo per ottenere che Rusconi fosse almeno nominato conservatore del Museo di storia naturale, sottolineando le grandi capacità manuali e la profonda preparazione dell’allievo, ma la proposta cadde nel vuoto, forse anche a causa della trascorsa militanza nell’esercito cisalpino e del conseguente sospetto di simpatie filofrancesi.
Ritiratosi a vita privata, Rusconi si dedicò interamente agli studi biologici, con i semplici mezzi a sua disposizione, effettuando osservazioni su campo nella bella stagione e dedicandosi durante l’inverno alle indagini microscopiche e alle preparazioni anatomiche, disegnando e colorando egli stesso le tavole dei suoi lavori, realizzando talvolta anche le incisioni.
A partire dal 1817 aveva cominciato a pubblicare opere dedicate ad anatomia, fisiologia e sviluppo di alcuni anfibi che ottennero ampio riconoscimento da parte della comunità scientifica (Descrizione anatomica degli organi della circolazione delle larve delle salamandre acquatiche, Pavia 1817; Del proteo anguino di Laurenti, Pavia 1819, scritto in collaborazione con Pietro Configliachi). La descrizione degli organi respiratori e circolatori e dei mutamenti che avvengono nelle metamorfosi dallo stato di girino a quello di adulto costituisce una delle scoperte più importanti dello scienziato. Connesso a questo filone di ricerca è anche il lavoro sulla salamandra acquaiola (Amours des salamandres aquatiques et développement du tétard des ces salamandres depuis l’oeuf jusq’à l’animal perfait, Milano 1821), in cui descrive accuratamente la deposizione delle uova sulle foglie delle piante acquatiche e la metamorfosi da girino ad animale adulto, studiata poi più approfonditamente nei lavori effettuati sulla rana (Développment de la grenouille commune, Milano 1826; Osservazioni intorno alle metamorfosi della rana comune, in Annali universali di medicina, 1829, vol. 51, n. 153, pp. 417-428) e sulla salamandra terrestre (Histoire naturelle, développement et mètamorphose de la salamandre terrestre, Pavia 1854). Quest’ultima opera, pubblicata postuma, riassume, discute e rettifica tutte le sue ricerche intrecciando ovologia, embriologia e anatomia.
La monografia sulla rana è importante soprattutto per alcune osservazioni embriologiche, condotte da Rusconi con grande perizia e attenzione, al fine di seguire tutti i rapidi mutamenti che si verificano nell’uovo dopo la fecondazione. Stabilì che l’embrione non si formava da una parte dell’uovo, ma dalla sua interezza, disegnò i vari stadi della segmentazione (evidenziando quindi la riproduzione per scissione delle cellule in un momento in cui non era stata ancora formulata la teoria cellulare) e studiò l’organogenesi. Le immagini dei vari stadi di sviluppo embrionale della rana, straordinarie per la precisione, soprattutto in considerazione degli scarsi mezzi a disposizione, furono a lungo riportate da altri studiosi.
Si occupò di embriologia dei pesci, sperimentando con successo la fecondazione artificiale in alcune specie (Lettera del D. M. Rusconi al sig. professore Gaspare Brugnatelli sopra la fecondazione artifiziale fatta nei pesci, e sopra le metamorfosi che accadono nell’uova de’ pesci prima ch’esse si siano modellate in un embrione, in Biblioteca italiana, 1835, vol. 79, pp. 124 s.; Lettera III del dott. Mauro Rusconi al sig. Ernesto H. Weber ... sopra la fecondazione artificiale ne’ pesci ..., ibid., pp. 250-257).
Gli studi sul sistema linfatico di anfibi e rettili diedero adito a un’aspra polemica con Bartolomeo Panizza, successore di Scarpa alla cattedra di anatomia. L’Istituto lombardo di Milano, del quale entrambi gli studiosi erano soci, fu il principale teatro di questo scontro. Panizza sosteneva che i vasi linfatici avvolgevano i tronchi arteriosi, Rusconi invece che l’aorta e le sue diramazioni si trovavano nel vaso dei linfatici, in modo da essere bagnate dalla linfa. La polemica amareggiò entrambi gli scienziati e si concluse in definitiva solo con la morte di Rusconi, che tuttavia assunse poi una posizione più conciliante nell’opera pubblicata postuma sulla salamandra terrestre.
Numerosi altri scritti furono dedicati ad argomenti embriologici (Sopra la comunicazione vascolare tra la madre e il feto, in Giornale dell’I. R. Istituto lombardo di scienze, lettere e arti, 1843, t. 7, n. 19, pp. 17-20), naturalistici (Osservazioni sopra il camaleonte africano, ibid., 1843, t. 8, n. 23, pp. 180-192) e medici (Sopra due operazioni di rinoplastica che sono state fatte nel corso di quest’anno nella Clinica chirurgica dell’Università di Pavia del Prof. Porta, ibid., 1846, t. 14, n. 42, pp. 303-308; Quattro parole intorno alla narcosi prodotta dall’etere solforico, ibid., 1847, t. 1, nn. 2-3, pp. 261 s.). Dedicò uno scritto alla frenologia (Osservazioni critiche sopra il sistema di Gall, ibid., 1844, t. 8, n. 24, pp. 370-382), sostenendo la possibilità che diverse parti del cervello avessero differenti funzioni, benché ritenesse le teorie di Franz Joseph Gall non sostenibili.
Testimonianza della sua ecletticità sono un lavoro storico (incompleto e rimasto inedito) dedicato alla famosa battaglia di Pavia del 1525 e una nota sui canti medievali anglo-normanni, francesi e tedeschi e sugli strumenti musicali usati, messi in relazione con un bassorilievo della chiesa di S. Michele a Pavia (Sopra i Lai o canti degli anglo-normanni, ibid., 1842, t. 3, n. 8, pp. 177-187). Rusconi fu abile come disegnatore e come tassidermista. Sue sono le preparazioni del leone e della leonessa di Barberia del Museo di storia naturale dell’Università di Pavia nelle quali la pelle è stesa a partire da un modello in legno dell’anatomia esterna dell’animale. Nel medesimo Museo si conservano le tavole che rappresentano questi stessi animali, destinate ad accompagnare un lavoro, andato perduto, riguardante l’arte di imbalsamare e un autoritratto dello scienziato.
Le opere che Rusconi pubblicò in parte a proprie spese e in numero limitato di esemplari, conosciute in Italia e all’estero, gli valsero una vasta stima internazionale e contatti con i principali naturalisti dell’epoca. Fu nominato socio di importanti accademie e società scientifiche, tra cui l’Accademia delle scienze di Torino, l’Accademia delle scienze e quella medico-chirurgica di Napoli, l’Accademia delle scienze mediche di Palermo, la Società italiana delle scienze di Modena, l’Accademia delle scienze di Bologna, l’Istituto lombardo di Milano, le Società mediche di Torino e Ferrara, le Società dei naturalisti di Francoforte, Dresda, Lipsia, Friburgo e l’Accademia medica di Parigi dalla quale ricevette anche la prestigiosa medaglia d’oro dell’Istituto.
Dopo i tumulti del 1848 si ritirò a vivere sul lago di Como. Morì a Cadenabbia il 27 marzo 1849.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Autografi, R. M.; Archivio di Stato di Pavia, Antico archivio dell’Università, Medicina, 47, Registri 816; Pavia, Biblioteca Bonetta, Manoscritti, III.2.
P. Carpanelli, Cenni biografici su M. R., in Gazzetta di Pavia, 14 aprile 1849; S. Biffi, Sulla vita scientifica e sulle opere di anatomia e fisiologia comparate del dott. M. R., Milano 1853; L. Porta, Sulla vita scientifica e sulle opere di anatomia e fisiologia comparata del dott. M. R. Commentario di Serafino Biffi, medico. Rapporto [...] letto dell’adunanza 29 dicembre 1853, in Giornale dell’I. R. Istituto lombardo di scienze, lettere e arti e biblioteca italiana, 1854, t. 5, nn. 29-30, pp. 496-502; G. Curioni, M. R. [necrologia], 13 gennaio 1853, ibid., 1857, t. 9, n. 51, pp. 163-165; A. Verga, Sulla vita e sugli scritti di Bartolomeo Panizza..., Pavia 1908, pp. 56-70, 146-150; G. Grassi, I progressi della biologia e delle sue applicazioni pratiche conseguiti in Italia nell’ultimo cinquantennio, in Cinquant’anni di storia italiana, III, Milano 1911, p. 24; G. Cattaneo, Note biografiche su M. R. un secolo dopo la pubblicazione delle maggiori sue opere, Genova 1924; G. Cattaneo, M. R. e l’Università di Pavia, Pavia 1925; A. Scarpa, Epistolario, Pavia 1938, p. 528; M. Vialli, M. R. (1776-1849), in Discipline e maestri dell’Ateneo Pavese, Segrate 1961, pp. 283-290; P. Mazzarello, Storia della medicina pavese da Spallanzani e Scarpa a Golgi, in Storia di Pavia, V, Pavia 2000, pp. 369-399; F. Barbagli, M. R., in Almanacco biografico pavese, Pavia 2001, pp. 25-28; P. Mazzarello, La medicina e le discipline affini nelle pubblicazioni dell’Istituto Lombardo, in L’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere, II, Storia della classe di scienze matematiche e naturali, a cura di E. Gatti - A. Robbiati Bianchi, Milano 2008, pp. 565-670; L. Bonandrini, M. R., in Bollettino dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Pavia, 2008, n. 2, pp. II-IV.