MAURUZI della Stacciola
Famiglia originaria di Tolentino, dove si ha memoria di un Angelo di Moruccio fin dal 1200. Pronipote di questo fu Nicolò detto da Tolentino, condottiero del sec. XV. Questi da Pandolfo Malatesta signore di Fano e di Brescia ebbe in feudo, in compenso dei servigi prestati, la Stacciola, castello sulla destra del Metauro (1412?) e varie terre in quel di Chiari; nel 1417 passò al servizio di F. M. Visconti e nel 1424 della regina Giovanna di Napoli distinguendosi nell'assedio di Aquila. Nel 1425 fu assoldato dai Fiorentini in guerra col Visconti, espugnò Brescia (1426) e determinò la vittoria di Maclodio (1427). I Fiorentini lo fecero loro capitano generale nel 1431, e lo mandarono nel 1433 a proteggere i confini di Romagna minacciati da Francesco Sforza. Nel 1434 fu chiamato dai suoi concittadini che lo volevano per signore per liberarsi dal Varano e dallo Sforza, ma Firenze non volle dargli licenza. Ai 28 agosto fu fatto prigioniero dai Visconti nella battaglia di Castelbolognese e portato a Milano. Mentre veniva condotto a Bardi fu intenzionalmente precipitato in un burrone; trasportato a Borgotaro vi morì il 27 marzo 1435. Lasciò tre figli: Cristoforo, detto pure da Tolentino, fu mandato dal padre a Tolentino, che lo aveva acclamato signore, con 400 cavalli: egli assunse tale signoria tenendola per breve tempo (1434-1439); alla battaglia di Fiordemonte (22 agosto 1435) uccise di propria mano Nicolò Fortebraccio; per i Veneziani difese valorosamente il castello di Verona (1438) e fu alla battaglia di Casalmaggiore (1446). La repubblica mantenne la promessa fatta al padre concedendogli in feudo perpetuo i castelli di S. Polo e di Aviano (1452). Morì nel 1462 lasciando un figlio, Lancilotto, erede del feudo che poi passò ai Gabrieli di Venezia. Giovanni, primogenito di Nicolò, oltre alla signoria di Caldarola concessa a lui, ai fratelli e allo zio Giovan Battista da Eugenio IV (1434), ebbe i castelli di Berenguardo e Cariento da Francesco Sforza di cui aveva sposato la figlia Isotta, si stabilì a Milano dove morì nel 1470. Ubaldo o Balduino, secondogenito di Nicolò, prese parte attiva alle lotte che travagliarono le Marche e l'Umbria stando al servizio degli Sforza e del papa dal quale ebbe Trevi e Montefalco; venne ucciso a 34 anni nel 1446. Dal figlio suo Antonio, investito dal re Ferdinando di Napoli di Cutignano e Norciano (1491), discese il ramo di Fabriano estinto nel 1741 e quello di Montenovo tuttora esistente, il cui capostipite Cristoforo si trovò alla battaglia di Lepanto (1571).
Bibl.: G. Colucci, Antichità picene, XX, Fermo 1793; L. Dall'Oste, San Polo nel Trevigiano. Cenni storici, Venezia 1874; A. Zonghi, Rep. dell'antico arch. com. di Fano, Fano 1888; G. Benadduci, Della signoria di F. Sforza nella Marca e peculiarmente in Tolentino, Tolentino 1892; P. Litta, Famiglie celebri it., M., Milano s.a.; V. Spreti, Encicl. storico-nob. it., IV, Milano 1931.