ABRAHAM, Max
Fisico tedesco nato a Danzica nel 1875. Studiò a Berlino sotto la guida di Planck, di cui fu in seguito assistente. Nel 1900 divenne libero docente nell'università di Gottinga ove restò, salvo brevi interruzioni, fino al 1909. In questo periodo di tempo si dedicò allo studio e al perfezionamento dell'elettrodinamica, che fondò completamente sopra le equazioni di Maxwell. Il suo lavoro più notevole in questo campo è relativo alla dinamica dell'elettrone. Egli, infatti, precisò il concetto della massa elettromagnetica ed arrivò per primo a determinarne la dipendenza dalla velocità. Le espressioni trovate da Abraham si riferiscono al cosiddetto elettrone rigido, e vennero in seguito sostituite da quelle di Lorentz, che si riferiscono invece all'elettrone contrattile e sono in accordo con la teoria della relatività; esse rappresentarono tuttavia un progresso essenziale nello studio della dinamica dell'elettrone. L'opera di Abraham è esposta sistematicamente nel suo libro Theorie der Elektrizität.
Nonostante la sua produzione scientifica di prim'ordine, la carriera di Abraham fu assai lenta; ciò che gli fu fonte di molta amarezza. Le ragioni di questo fatto sono da ricercare in primo luogo nelle numerose e tenaci inimicizie procurategli dalla sua tendenza alla critica spesso aspra e violenta. Nel 1909 Abraham fu chiamato a Milano come professore di meccanica: restò in Italia fino al 1915 quando, in seguito allo scoppio della guerra, fu ristretto a tornare in Germania: in questo periodo di tempo si dedicò principalmente alla discussione della teoria della relatività.
Nel 1922 fu poi chiamato ad insegnare meccanica teorica ad Aquisgrana; ma prima che egli potesse occupare il nuovo posto fu colto dalla morte, il 16 novembre 1922.
Bibl.: Born e Laue in Phys. Zeitschr. XXIV (1923), p. 49.