FRISCH, Max
Scrittore svizzero, nato a Zurigo il 15 maggio 1911. Dopo una breve esperienza giornalistica, iniziò la carriera d'architetto. Le sue prove letterarie giovanili si concretavano intanto in un romanzo, J'adore ce qui me brûle oder die Schwierigen (Zurigo 1943), al quale fece seguire numerose opere teatrali: la "romanza" Santa Cruz (Basilea 1947), sul rimpianto della vita non vissuta; il "tentativo di un requiem" Nun singen sie wieder (ivi 1946), in cui le vittime della guerra compaiono al loro assassino, opera con cui si affermò immediatamente anche in Germania; Die chinesische Mauer (ivi 1947), una condanna della dittatura ambientata nell'antica Cina con personaggi di tutti i tempi; Als der Krieg zu Ende war (ivi 1949), il muto amore tra un ufficiale russo d'occupazione e la moglie di un criminale di guerra tedesco; il dramma simbolico e psicoanalitico Graf Oederland (Francoforte 1951), un uomo che cerca invano di fuggire dall'ordine borghese; la parodia Don Juan oder die Liebe zur Geometrie (Berlino-Francoforte 1953), dove la seduzione è una sconfitta per l'animo maschile; il radiodramma Herr Biedermann und die Brandstifter (1953, trasmissione italiana 1960; rielaborato per le scene 1958, tr. it. 1960), il simbolo dell'uomo che per viltà collabora alla rovina della comunità. Al suo teatro nuoce talvolta una fusione imperfetta tra tesi morale e azione. Maggior successo arrise alle sue prose successive, accanto a un diario, Tagebuch 1946-1949, (Francoforte 1950), i due romanzi: Stiller (Francoforte 1954, tr. it. a cura di A. L. Pandolfi, Milano 1959), il diario di un uomo che si rifiuta di ammettere la sua identità per sfuggire alla sua esistenza precedente, ma viene condannato a rientrare nel suo vecchio io; e Homo Faber (Francoforte 1957, tr. it. a cura di A. Rendi, Milano 1989), il "resoconto" che un tecnico fa della sua tragica esperienza d'amore con una ragazza che si rivela poi essere sua figlia. Ad una tecnica narrativa ricca e vivace, F. unisce un elegiaco pessimismo conservatore e moralistico, velato talvolta dalla modernità dell'ambiente.
Bibl.: E. Stäuble, M. F., Amriswil 1957; H. Bänziger, F. und Dürrenmatt, Berna 1960.