LIEBERMANN, Max
Pittore e incisore, nato il 20 luglio 1847 a Berlino. Tra il 1866 e il 1868 fu allievo dello Steffeck, frequentò poi (1868-72) la scuola d'arte di Weimar. L'indirizzo decisivo gli fu dato a Düsseldorf dal Munkáczy, sotto la cui influenza eseguì Donne che spennano oche (1872), opera che ebbe notevole successo. Nuove impressioni dal Millet e dal Courbet ricevette a Parigi, dove si trattenne dal 1873 al 1878. Ma l'influenza più felice l'ebbero su di lui tanto la natura quanto l'arte olandese, a cui sempre tornò ad attingere. Quadri come La corte del Brefotrofio di Amsterdam (1876) e Macellerie in Dordrecht (1877), hanno finissimo valore. Nel 1878 il L. si stabilì a Monaco, da cui poi si trasferì nel 1884 a Berlino. Intorno al 1890 aderì all'impressionismo francese, che infuse una nuova leggerezza nella sua pittura. Le opere del L. comprendono principalmente paesaggi e ritratti; trattò la pittura di genere solo negli anni monacensi. Le sue opere sono caratterizzate da un'intima adesione alla natura da lui rappresentata con semplice realismo.
Bibl.: M. J. Friedländer, M. L.s graphische Kunst, Dresda 1920; G. Pauli, M. L. (Klassiker der Kunst), Stoccarda 1921; E. Hancke, M. L., Berlino 1923; K. Scheffler, M. L., Monaco 1923; M. J. Friedländer, M. L., Berlino 1924; H. Rosenhagen, M. L., Bielefeld e Lipsia 1927; E. Hancke, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.); H. Ostwald, Das M. L.-Buch, Berlino 1930.