Poeta e pensatore svizzero tedesco (Schopfheim, Baden, 1888 - Neggio, Lugano, 1965). Abbandonata la professione di medico, si rivolse a interessi filosofici, nello spirito di un umanesimo cristiano sempre meglio specificato e più approfondito. Das Ende des Impressionismus (1916) è un manifesto contro il relativismo e il meccanicismo dell'arte moderna; Der letzte Mensch (1921) è una composizione poetica che delinea una riscossa dall'attuale umana degenerazione. Sulla stessa linea sono i saggi Das Menschengesicht (1930), Die Flucht vor Gott (1934), Die Grenzen der Physiognomik (1937), Hitler in uns selbst (1946). Sul valore mistificato della parola, e sul significato divino del silenzio in un mondo consegnato al rumore, sono gli ulteriori Die Welt des Schweigens (1948), Wort und Wortgeräusch (1953), Der Mensch und das Wort (1955). In Zerstörte und unzerstörbare Welt (1951) raccolse i ricordi di un viaggio in Lombardia e in Toscana.