REGER, Max
Compositore, nato a Brand (Baviera) il 19 marzo 1873, morto a Lipsia l'11 maggio 1916. Ebbe la prima educazione musicale dal padre e dall'organista Lindner a Weiden. Nel 1890 fu presentato a Hugo Riemann che abitava allora a Sondershausen; ne divenne subito allievo e lo seguì a Wiesbaden dove dimorò fino al 1898. Nel 190i si trasferì a Monaco, iniziando la sua laboriosa attività di pianista e di compositore. Subito affermò una sua netta tendenza stilistica, che fu variamente accolta e discussa. Per due anni insegnò il contrappunto all'accademia di musica di Monaco; nel 1907 fu nominato direttore degli studî musicali all'università di Lipsia e insegnante di composizione al conservatorio della stessa città, e tenne questo ufficio sino alla morte. Fu pure direttore dell'orchestra di corte di Meiningen, dal 1911 al 1915, e la ricondusse alla fama di cui aveva goduto sotto la direzione di Hans von Bülow. Passò gli ultimi anni della sua vita a Jena dedicandosi quasi esclusivamente alla composizione. Ebbe onori e titoli numerosi, e allievi valorosi e fedeli. Fu combattuto ma stimato anche dagli avversarî per la lealtà del carattere e l'assoluta coerenza del suo pensiero artistico.
Esistono 147 opere di lui numerate e molte altre senza indicazione di numero: un catalogo completo n'è stato pubblicato nel 1917 a cura di W. Altmann. Qui si ricordano solo le più importanti: Sinfonietta (1905), Concerto in stile antico (1912), 4 Poemi Sinfonici da Böcklin (1913), Variazioni e Fuga su di un tema di Hiller (1906-07), Lustspiel-Ouverture (1905) per orchestra, Concerto per violino e orchestra (1908), Concerto per pianoforte e orchestra (1910), Quintetto per archi e pianoforte (1898), Quartetto per archi e pianoforte (1914), Sonate per violino e pianoforte, per violoncello e pianoforte, per violino solo, Quartetti per archi, Trii per pianoforte e archi, per archi soli, Suites per archi, circa 250 Lieder per una voce e pianoforte (tra cui la lunga serie delle Schlichte Weisen), pezzi per pianoforte a due e a quattro mani (notissime le pagine Aus meinem Tagebuch); pezzi per organo, numerose trascrizioni pianistiche di opere di J. S. Bach, R. Strauss, Wolf, revisioni di composizioni di H. L. Hassler, G. B. Lulli, ecc.
L'arte del Reger, in pieno romanticismo decadente e impressionismo, rappresenta una violenta reazione in senso classico; il Reger fu un valentissimo contrappuntista ed ebbe vivo il senso della forma costruita dell'architettura polifonica. Adorava Bach, di cui si riscontra l'influenza dalla prima all'ultima sua composizione, ma lo sentiva attraverso Beethoven e Brahms cioè con una sensibilità schiettamente ottocentesca e drammatica. Talvolta reagì con tale violenza contro la tendenza a dissolvere la forma classica nel frammento, da cadere nell'eccesso opposto, e non poche sono le sue pagine in cui l'irrigidirsi della struttura ha distrutto la fantasia e l'emozione. Ma è fuori di dubbio che la sua opera di creatore e d'insegnante ha avuto e ha ancora una grandissima influenza sulla musica tedesca e non pochi degli attuali banditori di una nuova arte nazionale germanica non solo riprendono concetti ed espressioni di lui, ma spesso ricalcano le sue orme.
Bibl.: Pregevoli sono le monografie di H. Unger, Monaco 1921, G. Bagier, Stoccarda 1922, e la raccolta di studî sui diversi aspetti della personalità regeriana pubblicata a cura degli allievi suoi sotto la direzione di R. Würz, Monaco 1920-23. Sono state pubblicate pure le lettere del Reger: M. R., Briefe eines deutschen Meisters. In italiano si segnalano gli studî di E. Desderi, in Riv. musicale ital., XXXIII, p. 590; XXXIV, pp. 111 e 399.