Stirner, Max
Pseud. del filosofo Johann Caspar Schmidt (Bayreuth, Alta Baviera, 1806 - Berlino 1856). Studiò teologia e filologia a Berlino (dove fu allievo di Schleiermacher e Hegel) e a Erlangen, fu uno dei più vivaci hegeliani di sinistra e collaborò, insieme a Marx e ad altri, alla Rheinische Zeitung. La sua opera fondamentale, variamente criticata (da M. Hess, da Feuerbach e acremente da Marx ed Engels in L’ideologia tedesca, post., 1932) è Der Einzige und sein Eigenthum (1845, cui seguirono numerose altre ed.; trad. it. L’Unico e la sua proprietà). Radicale oppositore del feudalesimo, del liberalismo, dell’idealismo tedesco di tipo hegeliano e dei suoi esiti rivoluzionari, combatté lo Stato in ogni sua forma, i legami sociali, la religione, la morale, il diritto, i partiti. Punto nodale della sua concezione è l’individuo (l’«unico»), al di fuori e al di sopra del quale non esiste nulla, se non vuote e mistificanti astrazioni (come, per es., l’idea di umanità). In questa prospettiva l’individuo diviene incondizionato sovrano del proprio mondo, creatore dei propri valori, unica realtà effettiva; di qui l’esigenza, da parte di S., di un’abolizione della società e dello Stato, sostituiti con una semplice associazione di «unici», non diretta all’utilizzazione delle varie individualità, ma essa stessa suscettibile di essere sfruttata dal singolo. Le posizioni teoriche di S., esito estremo dell’idealismo tedesco, esercitarono un’indubbia influenza sulla cultura del suo tempo. Sia Proudhon sia Nietzsche ne furono attratti (quest’ultimo in partic. dalla sua critica dei valori), mentre i teorici dell’anarchismo si richiamarono a lui come a una delle fonti delle loro dottrine (pur se rimane dubbia la possibilità di una riduzione integrale del pensiero di S. alle posizioni anarchiche). Notevoli furono anche l’attività giornalistica di S., svolta nel suo primo periodo di attività, e le sue traduzioni da A. Smith e J.B. Say. Scarsa eco ebbe invece la sua Geschichte der Reaction (2 voll., 1852). Postuma è apparsa una raccolta dei suoi scritti minori (Kleine Schriften, a cura di J.H. Mackay, 1898; trad. it. Scritti minori).