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WERTHEIMER, Max

di Francesca Ortu - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
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WERTHEIMER, Max

Francesca Ortu

Psicologo cecoslovacco, nato a Praga il 15 aprile 1880, morto a New York il 12 ottobre 1943. Dopo aver iniziato all'università di Praga gli studi in giurisprudenza, s'interessò di psicologia e dal 1901 al 1903 studiò a Berlino con C. Stumpf e F. Schumann. Conseguì a Würzburg il dottorato con O. Külpe con una tesi sulla ''diagnosi di un fatto'', dedicata ai problemi relativi alla psicologia della testimonianza; iniziò quindi una serie di spostamenti che lo portarono prima a Vienna e poi a Berlino. Tra il 1910 e il 1913 lavorò all'Istituto di Psicologia di Francoforte dove, avvalendosi della disponibilità di Schumann e di due giovani dottorandi, W. Köhler e K. Koffka, condusse una serie di esperimenti sulla visione del movimento apparente, da cui prenderà le mosse la psicologia della Gestalt. Durante la prima guerra mondiale fu capitano dell'esercito e assieme a E. von Hornhostel lavorò a un dispositivo per la localizzazione dei suoni prodotti dai sottomarini. Tra il 1916 e il 1929 risiedette nuovamente a Berlino dove continuò il suo lavoro di ricerca; insieme a W. Köhler, K. Koffka, K. Goldstein e H. Gruble fondò nel 1921 la rivista Psychologische Forschung, ben presto conosciuta come organo ufficiale della scuola della psicologia della Gestalt, che continuò le sue pubblicazioni fino al 1938, anno in cui venne bloccata dal regime nazista. W. si spostò poi nuovamente a Francoforte dove aderì alla ''scuola di Francoforte'' ed entrò in relazione in particolare con P. Tillich e M. Horkheimer. Nel settembre 1933, per sottrarsi alle minacce delle leggi razziali, si rifugiò negli Stati Uniti. Fino alla morte insegnò alla New School for social research tenendo una serie di lezioni e seminari (a cui tra gli altri parteciparono R. Arnheim, S. Asch, G. Katona, D. Rapaport e H. Witkin), non solo sui problemi della psicologia ma anche su temi sociali e di attualità.

Dopo una serie di lavori dedicati alla psicologia della testimonianza e al metodo delle associazioni libere, alla musica primitiva (Musik der Wedda, 1910, frutto delle ricerche nell'archivio fonografico di Stumpf) e al pensiero dei primitivi (Über das Denken der Naturvölker, i, Zahlen und Zahlgebilde, 1912), pubblicò nel 1912 Experimentelle Studien über das Sehen von Bewegung, considerato la prima pubblicazione in cui è chiaramente identificabile l'impostazione della psicologia della Gestalt. Sulla base del fenomeno del movimento apparente, o fenomeno ϕ− una percezione di movimento prodotta cioè non dal reale spostamento, da A a B, di uno stimolo luminoso ma dall'illuminazione stroboscopica, con la frequenza di 60 m/s, dei punti spaziali A e B −, W. critica l'approccio teorico e di ricerca sostenuto da W. Wundt giudicandolo incompleto ed errato, responsabile di una visione della coscienza artificiosa e distorta. Il movimento apparente, un'esperienza non spiegabile direttamente in base a ciò che avviene a livello degli oggetti fisici, secondo W., pone definitivamente in crisi la perfetta corrispondenza tra piano materiale e piano fenomenico presupposta dalla psicologia wundtiana. Secondo W., sulla base dei dati sperimentali è possibile considerare il movimento apparente come un'esperienza irriducibile ai suoi costituenti elementari, come un'organizzazione o configurazione percettiva, una Gestalt che non corrisponde alla somma dei suoi singoli elementi. W. ritiene dunque insostenibile il riduzionismo wundtiano e sottolinea la necessità di studiare l'esperienza immediata come una serie di totalità. I principi di questa nuova impostazione si trovano esposti in maniera sistematica in un articolo del 1922 (Untersuchungen zur Lehre von der Gestalt; trad. ingl. parziale in The general theoretical situation, a cura di W.D. Ellis, 1938), in cui W. definisce il concetto di Gestalt come "un'organizzazione o unificazione strutturata di parti o elementi, sottoposti a strutturazione unitaria, che emerge in quanto tale su uno sfondo". Inoltre, ancora una volta, W. sostiene la necessità di indagini concrete volte alla ricerca e alla determinazione delle leggi specifiche dei fenomeni gestaltici (leggi che troveranno una sistematica enunciazione nel 1923) e l'applicabilità della nuova impostazione "dall'alto verso il basso" a tutti i fenomeni psichici. Nel 1925 pubblicò Drei Abhandlungen zur Gestalttheorie, che raccoglie tre articoli sul pensiero produttivo, articoli che verranno ripresi in Productive thinking, pubblicato postumo a cura di S. Asch nel 1945 (trad. it., 1965), in cui, sulla base di esempi tratti dalla storia della scienza, W. definisce produttivo il pensiero che giunge alla soluzione del problema grazie a una ristrutturazione di tutti gli elementi del campo, che consente "una nuova visione della situazione più profonda che comporta cambiamenti nel significato funzionale degli elementi".

Vedi anche
Wolfgang Köhler Köhler, Wolfgang. - Psicologo (Reval, Estonia, 1887 - Enfield, New Hampshire, 1967). Studiò a Berlino, dove fu allievo di C. Stumpf; nel 1921 fondò, con K. Koffka, K. Goldstein, M. Wertheimer, H. Gruhle, la rivista Psychologische Forschung; nel 1922 successe al maestro nella cattedra di psicologia all'univ. ... Kurt Koffka Koffka ‹kófka›, Kurt. - Psicologo tedesco (Berlino 1886 - Northampton, Massachusetts, 1941), fondatore, insieme a W. Köhler e M. Wertheimer, della cosiddetta Gestaltpsychologie. Dopo un iniziale interesse per problemi filosofici (in particolar modo per la filosofia kantiana) si dedicò alla psicologia, ... psicologia Scienza che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.). Il termine sembra sia stato usato per la prima volta dall’umanista dalmata M. Marulo nell’opera Psychologia de ratione ... Kurt Lewin Lewin ‹levìin›, Kurt. - Psicologo sociale (Mogilno, Poznań, 1890 - Newton, Massachusetts, 1947). Studiò a Berlino, orientandosi, sotto l'influsso di Koffka e Köhler, verso la "psicologia della forma"; nel 1933 si trasferì negli USA, dove insegnò alla Stanford e alla Cornell University, all'univ. dello ...
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    Psicologo (Praga 1880 - New Rochelle, New York, 1943). Prof. a Francoforte (1929-33) e a New York, alla New school for social research, tra i fondatori della Psychologische Forschung (1922), definì il concetto di Gestalt e sostenne la necessità di indagini concrete, volte alla ricerca e alla determinazione ...
Vocabolario
max
max – Abbreviazione (senza punto) dell’agg. lat. maxĭmus -a -um («massimo»), usata soprattutto in geografia (per es., altezza max, profondità max, livello max) e in matematica (tra l’altro nella locuzione max lim «massimo limite»).
wi-max
wi-max (Wimax), s. m. inv. Acronimo dell’ingl. World Interoperability for Microwave Access: tecnologia sperimentale di collegamento telematico a larga banda senza fili, che corrisponde allo standard IEEE (Institute of Electrical and Electronic...
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