Anderson, Maxwell
Drammaturgo e sceneggiatore statunitense, nato ad Atlantic (Pennsylvania) il 15 dicembre 1888 e morto a Stamford (Connecticut) il 28 febbraio 1959. Testimone acuto del clima intellettuale della sua epoca, seppe affrontare con sensibilità e grande impegno morale i temi della giustizia e della corruzione. La sua importanza nel teatro americano degli anni Trenta è legata in primo luogo alla ricerca sul linguaggio, che lo portò a scrivere drammi sia storici sia contemporanei in versi. Fu presente nel mondo del cinema, dall'epoca del muto a quella del sonoro, collaborando all'adattamento di testi letterari e alla scrittura di soggetti e sceneggiature originali.
Mentre frequentava l'università del Nord Dakota (presso la quale conseguì la laurea nel 1911), iniziò a scrivere per il teatro dedicandosi al contempo alla poesia. Dopo un breve periodo di insegnamento in California, intraprese la carriera di giornalista prima a San Francisco e poi a New York dove conobbe il columnist L. Stallings con il quale scrisse What price glory? (1924). L'opera, che presentava la guerra nei suoi aspetti antiromantici e tragicamente veristici, fu un successo a Broadway, tanto da ispirare due trasposizioni cinematografiche dall'omonimo titolo: la prima, in versione muta (1926; Gloria) di Raoul Walsh, e la seconda di John Ford (1952; Uomini alla ventura). Grazie al successo ottenuto, Walsh chiese ad A. e Stallings di riproporne i due personaggi protagonisti, Flagg e Quirt, in una nuova storia incentrata sul tema dell'amicizia maschile per il film muto con accompagnamento sincronizzato The cock-eyed world (1929; I due rivali). Dopo il 1924, anno in cui aveva pubblicato anche la sua raccolta di poesie You who have a dream, A. si dedicò interamente al teatro scrivendo molte pièces, alcune utilizzate come soggetti di film quali Winterset (1936; Sotto i ponti di New York) di Alfred Santell, dal dramma più noto di A., e Key largo (1948; L'isola di corallo) diretto da John Huston; mentre vi furono tre versioni cinematografiche della commedia Saturday's children: nel 1929 (diretta da Gregory La Cava), nel 1940 (diretta da Vincent Sherman) e nel 1935 con il titolo Maybe it's love e la regia di William McGann. Adattamenti di sue tragedie storiche in versi, basate sulle inquiete vicende di grandi figure femminili, furono invece Mary of Scotland (1936; Maria di Scozia) di John Ford e The private lives of Elizabeth and Essex (1939; Il conte di Essex) di Michael Curtiz come anche, nel secondo dopoguerra, Joan of Arc (1948; Giovanna d'Arco) di Victor Fleming (alla cui sceneggiatura A. collaborò direttamente) e Anne of the thousand days (1969; Anna dei mille giorni) di Charles Jarrott.Nel 1930 A., insieme a Del Andrews e a George Abbott, adattò liberamente un romanzo di E.M. Remarque per All quiet on the western front (1930; All'Ovest niente di nuovo) diretto da Lewis Milestone. Il film, uno dei primi kolossal del sonoro e un classico dell'antimilitarismo, è ricordato per il realismo della messa in scena e il registro lirico dei dialoghi. La collaborazione con il regista Milestone proseguì con Rain (1932; Pioggia), storia della torbida passione di un reverendo per una prostitu- ta, tratta da un racconto di W.S. Maugham e basata anche sul testo teatrale di J. Colton e C. Randolph. Nel 1934 A., insieme a P. Sturges e L. Praskins, si occupò della versione cinematografica del romanzo di L.N. Tolstoj, We live again (1934; Resurrezione) diretto da Rouben Mamoulian, incentrato sulla lotta di un uomo contro l'iniquità del vecchio sistema giudiziario e politico. Nello stesso anno collaborò con G. Lehman alla sceneggiatura di Death takes a holiday (1934; La morte in vacanza) di Mitchell Leisen, una fantasia romantica e fiabesca, tratta da una commedia di successo di Alberto Casella, ripresa poi nel 1998, da Bo Goldman, come prima stesura per il film Meet me Joe Black (Vi presento Joe Black) di Martin Brest. Nel 1935 A. tornò a lavorare con Stallings per l'adattamento del romanzo di S. Young, So red the rose (La rosa del Sud) di King Vidor, ritratto del profondo Sud durante la guerra di secessione e soprattutto analisi psicologica del ribaltamento dei propositi e degli ideali del protagonista. Molti anni dopo anche Alfred Hitchcock chiamò A. per scrivere la sceneggiatura del film The wrong man (1956; Il ladro) che, ispirandosi a un caso di cronaca, muove una dura accusa nei confronti della società pronta a incolpare ingiustamente un uomo. Hitchcock infatti era rimasto colpito dal dramma Gods of the lightning scritto da A. nel 1928 insieme a H. Hickerson, nel quale veniva analizzato con grande lucidità il caso dei due anarchici italiani N. Sacco e B. Vanzetti, vittime in quegli anni di un clamoroso errore giudiziario che aveva ispirato anche il successivo Winterset. Il regista non rimase però soddisfatto del lavoro di A. e incaricò Angus MacPhail di rivedere il copione. L'ultima sua sceneggiatura fu Never steal anything small (1959; Gangster, amore e… una Ferrari) di Charles Lederer, una mistura di commedia e dramma. Nello stesso anno A. aveva fatto parte della schiera di sceneggiatori chiamati per la scrittura del kolossal Ben Hur.