MAYÁNS y SISCAR, Gregorio
Erudito e poligrafo spagnolo, nato nel 1699 a Oliva (Valenza), dove morì nel 1781. Per la sua dottrina giuridica, grammaticale e filosofica, il M. rappresenta la cultura del Settecento spagnolo nei suoi aspetti eruditi e filologici, ché non fu pensatore originale e tanto meno organico. Insegnante di diritto all'università di Valenza (1723-1733), bibliotecario del re (1733), si ritirò nella sua Oliva (1740), dove, vivendo con una pensione di Carlo III, si dedicò completamente agli studî.
Oltre agli opuscoli esegetici sul diritto romano e quello contemporaneo, di cui propugnava una riforma, il M. illustrò con edizioni e monografie la tradizione letteraria della Spagna, soprattutto quella grammaticale. Le sue ricerche si svolsero come commento dei testi e degli autori che pubblicò: insieme col Dialogo de la lengua di Juan de Valdés, egli diede un suo lavoro originale (Orígenes de la lengua española, 1737), sorretto da sicuro intuito linguistico e storico; nel ripubblicare le opere di Luis Vives, al cui pensiero soprattutto egli si era educato, compose un trattato di filosofia morale; mentre si occupava e scriveva di Virgilio, di Orazio e di problemi retorici e filologici latini, formava la sua Retórica (1757), condotta sulla precettistica classica e sulla poetica del Boileau, ma rivolta a interessi vivi e moderni, con solida conoscenza della letteratura spagnola e con fine intelligenza critica. Le sue osservazioni su Quevedo, sui classici del Seicento, sulla prosa e l'oratoria, la sua Vida de Cervantes (1738), la prima scritta con serietà e controllo, sono ispirate a sana chiarezza intellettuale. Peraltro la sua opera, maturata in una disdegnosa solitudine, rimase sterile e per il suo carattere frammentario si esaurì in alcune sporadiche intuizioni.
Ediz.: Elogio de Quevedo; juicios críticos, ecc., in Bibl. aut. esp., XXIII, XXXVII, XLII, LXV, ecc.; Orígenes, a cura di J. E. Hartzenbusch, Madrid 1873, con prologo; Correspondencia literaria, in Revista de Archivos, XII-XIV (1905-1906).
Bibl.: A. Morel-Fatio, Un érudit esp. au XVIIIe s., in Bull. hisp., XVII (1915).