BELLEBUONI, Mazzeo
Figlio di un ser Giovanni, nato e vissuto a Pistoia, dove esercitò la professione di notaio, il B. ci appare come estensore e firmatario di numerosi atti privati e pubblici dal 1298 al 1348, anno in cui sottoscrisse il proprio testamento, probabilmente poco prima di morire, dato che nel 1350 i lasciti risultano già in possesso degli eredi.
Il B. partecipò attivamente alla vita del suo Comune, del quale fu notaio e, in varie circostanze, procuratore: egli partecipò tra l'altro, con un gruppo di colleghi, alla stesura degli Statuti del 1321. Incontriamo il B. tra gli Anziani del Comune nel 1336, 1337, 1339, 1341, 1343 e come gonfaloniere di giustizia nel 1344; in precedenza si ha notizia di numerose sue arringhe al Consiglio del popolo nel 1330, 1331, 1336, 1337, 1338. Partecipò pure ad atti di notevole rilevanza politica, come la pace fra i Comuni di Pistoia, Firenze, Prato e i fuorusciti pistoiesi (1329). La Società dei preti, l'Opera di s. Zenone e quella di S. Iacopo l'ebbero procuratore o affiliato; dell'ultima, anzi, egli volgarizzò gli Statuti nel 1313 (Statuti dell'Opera di S. Iacopo di Pistoja, volgarizzati l'anno MCCCXIII..., pubblicati da S. Ciampi, Pisa 1814), accogliendo numerosi termini dell'artigianato e del costume in relazione con le attività finanziarie ed esattoriali dell'associazione.
Ma il volgarizzamento che dà al B. un suo piccolo posto nella storia della cultura è quello della Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne (edizioni, parziali, di E. Gorra, Testi inediti di storia trojana, Torino 1887, pp. 443-57, e di. G. Zaccagnini, Il volgare pistoiese dall'VIII al XIV secolo, in Bullettino stor. pistoiese, XII [1909], pp. 130-143). È nel 1333, cioè pochi anni dopo il fiorentino Filippo Ceffi, al cui volgarizzamento arrise ben maggiore fortuna, che il B. compì la sua versione, basata, come quella del Ceffi, su un originale latino e non, come quella di Binduccio dello Scelto e come l'Istorietta troiana, sul Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure.
La traduzione del B. segue anzi passo passo il testo di Guido delle Colonne, senza troppo resistere alle tentazioni dei latinismi, ma in complesso con una misura linguistica abbastanza giudiziosa rispetto alle attitudini del volgare. E piuttosto nell'ambito sintattico che lo stile del B. s'ingarburglia o s'annebbia assai spesso, pur tenuto conto che i codici del volgarizzamento (Ricc.1095 e 2268) non sono affatto impeccabili.
Va infine ricordato che lo Zaccagnini propose, in base però ad argomenti non decisivi, di attribuire al B. la stesura della seconda parte delle Storie pistoresi, che riguardano gli anni dal 1300 al 1348 e sono generalmente considerate di autore anonimo (pubbl. in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XI, 5, a cura di S. Adrasto Barbi).
Bibl.: V. Capponi, Bibl. Pistoiese, Pistoia 1894, pp. 43 s.; G. Zaccagnini, I rimatori pistoiesi dei secoli XIII e XIV, Pistoia 1907, pp. XXVII-XXIX; Id., Rimatori e prosatori pistoiesi dal sec.XIII al XV, in Bullett. stor. pistoiese, XII(1910), pp. 44-48.