La storia dell’Islam prende le mosse nel 7° secolo tra le città di Mecca e Medina. Secondo la religione islamica Maometto fu illuminato dalla rivelazione dell’angelo Gabriele nel 610, mentre si trovava in un ritiro di meditazione sul monte Hira, vicino alla Mecca. Appena tre anni dopo il Profeta iniziò a predicare la fede monoteistica islamica per le strade della sua città, la Mecca.
Col tempo, però, Maometto fu sottoposto a violente persecuzioni che lo indussero, nel 622, a lasciare la città natale per insediarsi nell’oasi di Yathrib, a 200 chilometri dalla Mecca, che prese il nome di Medina, ‘la città illuminata’.
L’emigrazione di Maometto con i suoi seguaci, ‘egira’ in arabo, segna la nascita della comunità islamica, la ‘umma’. Da allora il Profeta condusse una serie di guerre per affermare l’Islam nella regione. Le vittorie accrebbero l’influenza di Medina nella regione arabica e indussero Maometto a modificare la direzione di preghiera dei fedeli: da Gerusalemme, per tradizione ebraica, alla Mecca, in favore dell’umma, considerata la degna custode del messaggio divino.
Nel 632 Maometto compì il suo ultimo pellegrinaggio alla Mecca. Lo stesso anno morì.
I cinque pilastri della fede islamica sono a tutt’oggi quelli stabiliti dal Profeta quattordici secoli fa: la professione del monoteismo, la preghiera, il digiuno, l’elemosina legale e il pellegrinaggio. Quest’ultimo precetto prevede che i fedeli compiano almeno una volta nella vita un viaggio alla Mecca, che permette la purificazione tramite il pentimento e la celebrazione dei riti. La città santa dell’Islam, in cui è stata edificata la più grande moschea del mondo, la Masjid al-Haram, ospita ogni anno circa tre milioni di fedeli.