difesa, meccanismi di
Come l'uomo, gli altri animali e le piante si difendono dai pericoli
I meccanismi di difesa sono propri dell'organismo quando deve proteggersi dai pericoli esterni, dalle malattie, dal dolore, dai sentimenti penosi o intollerabili. I meccanismi di difesa riguardano tutti gli organismi viventi, dalle piante all'uomo
In tutti i viventi la difesa si basa su due punti: saper distinguere sé stessi dagli altri; isolare e distruggere 'il nemico', sia esso un batterio, un virus o un altro organismo vivente. L'integrità del rivestimento corporeo è fondamentale per impedire l'ingresso di agenti estranei potenzialmente patogeni, per cui sia gli animali sia i vegetali sono in grado di riparare le eventuali lesioni.
Una pianta la cui superficie sia stata lesa reagisce in modo da isolare e poi distruggere le sue cellule infettate, formando intorno alla lacerazione un callo che le isola. Contro gli erbivori le piante usano piuttosto difese meccaniche (per esempio, le spine dei cactus) o sostanze chimiche innocue per la pianta ma velenose per i predatori, come la nicotina delle foglie di tabacco o la digitalina contenuta nella Digitalis purpurea.
A loro volta gli animali si difendono dai pericoli in molti modi: con mezzi fisici come aculei , gusci, corazze, cercando rifugi e tane, cambiando il colore della pelle (mimetismo), grazie a particolari forme del corpo o a disegni cutanei per cui si confondono nell'ambiente in cui vivono. Anche un comportamento adeguato è da considerarsi una forma di difesa: la fuga in presenza del predatore, il vivere in branco, l'aggressività sono tutte strategie di sopravvivenza.
Nei Vertebrati, anche nell'uomo quindi, esiste un sistema particolarmente raffinato con cui difendersi dall'attacco di virus e batteri: il sistema immunitario (v. fig.).
Nell'essere umano, una parte della psiche ‒ detta Io ‒ dispone di meccanismi di difesa, utilizzati inconsciamente, adatti a proteggersi dai sentimenti penosi o intollerabili.
Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, scoprì i meccanismi di difesa e ne descrisse alcuni (per esempio, la rimozione); Anna Freud, sua figlia e psicoanalista infantile, ne approfondì lo studio descrivendo dieci meccanismi.
Anna Freud spiega che essi entrano in funzione per fronteggiare tre grandi angosce: angoscia reale, angoscia morale, angoscia di fronte agli istinti (pulsioni). L'angoscia reale è, per esempio, quella che il bambino prova quando la soddisfazione di un suo istinto è proibita dalle persone che lo allevano. Quando la sua aggressività viene punita, l'Io del bambino ha paura del proprio istinto aggressivo perché teme le punizioni.
L'angoscia morale, invece, compare quando la soddisfazione di un istinto è proibita dalla propria coscienza morale, detta Super-io. In questo caso l'Io teme il proprio istinto perché è preoccupato del senso di colpa provocato dal proprio Super-io. L'angoscia di fronte agli istinti, infine, si presenta quando essi sono particolarmente intensi e sembra difficile tenerli a bada, pur sapendo che la loro soddisfazione immediata potrà avere conseguenze spiacevoli.
La rimozione respinge nell'inconscio un'idea o un'immagine collegate a un impulso inaccettabile. Per esempio, grazie alla rimozione una persona può non rendersi conto che i sentimenti ostili che prova sarebbero destinati ai suoi genitori.
La proiezione è un meccanismo con cui il soggetto non riconosce come propri desideri, sentimenti e caratteristiche che lo farebbero soffrire e li attribuisce invece a un'altra persona.
Il diniego nella fantasia è un meccanismo usato soprattutto nell'infanzia. In questo caso una realtà spiacevole viene negata e trasformata secondo i propri desideri, con l'aiuto della fantasia.
La formazione reattiva rende accettabili un'idea o un sentimento trasformandoli, nella coscienza, nel loro opposto. Per esempio, l'odio rimosso verso un fratello può essere sostituito da una grande preoccupazione per il suo benessere.
L'identificazione con l'aggressore aiuta a tollerare di aver subito l'aggressività di qualcuno. Una persona si identifica con il suo aggressore imitandolo fisicamente o moralmente, oppure commettendo azioni aggressive. Per esempio, i bambini maltrattati possono a loro volta maltrattare i più deboli.