MEDĀ'IN ṢALIḤ
Ḥ Località dell'Arabia, circa 400 km a N-O di Medina, corrispondente all'antica Ḥegrā ("Εγρα, Hegra, el-Ḥigr in arabo). Visitata a più riprese da Jaussen e Savignac negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale, non è stata ancora scavata.
Ḥegrā fu verosimilmente fondata dalla popolazione sudarabica dei Minei nella seconda metà del I millennio a. C.; più tardi fece parte dello stato nabateo. La città conobbe nel I sec. d. C. una notevole prosperità, testimoniata dalle numerose tombe rupestri decorate con facciate monumentali sul tipo di quelle di Petra (v.). Queste, che rappresentano il più cospicuo patrimonio archeologico della località, rivestono un particolare interesse sia perché sono, in parte, datate (le date vanno dal I a. C. al 75 d. C.) e firmate (per l'elenco degli artisti v. nabatea, arte), sia perché consentono utili precisazioni sull'arte nabatea.
La tipologia delle facciate delle tombe è alquanto varia, ma i dati epigrafici hanno permesso di affermare che, contrariamente a quanto si riteneva prima dei ritrovamenti di M. S., a tale varietà non corrisponde una diversità cronologica; è però possibile che tipi più arcaici siano rimasti in uso accanto ad altri più recenti; va comunque rilevato che sono assenti da M. S. alcuni tipi di facciate più elaborate, e cronologicamente più tarde, che sono attestati a Petra. La facciata è schematicamente costituita da una superficie rettangolare liscia nella quale, al centro in basso, si apre una porta e sulla quale poggia superiormente un fregio sostenente una caratteristica decorazione a gradini. Quasi sempre la facciata è lateralmente delimitata da lesene (in qualche caso se ne hanno quattro disposte a regolari intervalli), mentre la porta appare spesso incorniciata da due pilastri e sormontata da rilievi (in genere un'aquila) o da un frontone; in qualche caso sporadico il frontone poggia su un fregio di tipo dorico.
Il motivo che consente la più chiara classificazione è quello della decorazione a scalini, che è attestato in due tipi: il primo, meno diffuso e in genere presente nelle facciate più semplici, presenta una fila (e talvolta due) di pinnacoli a gradini; il secondo presenta sui due angoli superiori una serie di cinque scalini che salgono verso l'esterno. Normalmente il secondo tipo si accompagna ad una decorazione più complessa di tutta la facciata.
Nonostante il prevalere dei motivi architettonici ellenistici, le facciate di M. S. rivelano una sensibilità stilistica orientale che si manifesta specialmente nella giustapposizione inorganica, e quindi puramente ornamentale, dei motivi: si trova così l'uso di più fregi sovrapposti, e persino segmenti di pilastri tra due di essi. Non mancano però motivi decorativi di origine orientale, quali le due forme di pinnacoli; nonostante la loro origine mesopotamica, i pinnacoli giunsero all'arte nabatea dalla Siria, dove appaiono largamente diffusi in epoca ellenistica. In generale l'influenza ellenistica appare a Ḥegrā meno sensibile che a Petra, ciò che del resto ben si spiega con la posizione eccentrica della città.
Oltre alle facciate delle tombe, sono state rilevate a M. S. numerose stele e nicchie scolpite sulle rocce, specialmente in vicinanza di un ampio locale, chiamato dagli Arabi Diwàn, scavato in un masso roccioso (m 10 × 12 × 8). Il solo pezzo di scultura proveniente da M. S. è costituito da un quadrante solare nabateo.
Bibl.: J. Jaussen-R. Savignac, Mission archéologique en Arabie, Parigi, I, 1909; II, 1914, pp. 78-108 (con recensione di O. Puchstein, in Arch. Anz., 1910, coll. 3-46); R. Dussaud, La pénétration des Arabes en Syrie avant l'Islam, Parigi 1955, pp. 47-50.