Mediance
médiance <mediã's> s. f. fr. – Neologismo creato e introdotto dal geografo Augustin Berque tra la fine del 20à el'inizio del 21° sec. per definire il senso di un milieu, inteso come la relazione dinamica (di un individuo o una società con un determinato ambiente), che esprime, dal punto di vista di ogni singolo, la struttura ontologica dell’esistenza umana. La nozione di m. trova ispirazione nel concetto di fûdosei, definito dal giapponese Watsuji Tetsurô, nel 1935, come «il momento strutturale dell’esistenza umana» (momento inteso nella sua accezione di meccanica del movimento). Berque, profondo conoscitore della cultura orientale, adatta tale concetto alla riflessione geografica, sostenendo che «l’esistenza umana unisce necessariamente due ‘metà’ (in latino medietates e di qui médiance): un corpo animale e un milieu ecotecnosimbolico, che si configura come il corpo mediale». Il momento strutturale include questi due corpi: il primo è relativo alla dimensione individuale, il secondo a quella collettiva. Quest'unione inscindibile rimette in discussione il classico dualismo che distingue nettamente gli oggetti e i soggetti. In effetti, per Berque, le cose, in quanto tali, hanno una loro trajection (dal latino traiectio), per cui la corporeità umana si pone come corpo mediale, costituito anche di quelle cose condivise con altri in un determinato contesto. Di conseguenza, le relazioni con le cose sono ben diverse dalla mera opposizione oggetto-soggetto. Per illustrare il concetto di trajectivité può valere il singolare esempio della matita, proposto da Berque, che la prende in considerazione dai suoi momenti costitutivi primordiali (la produzione del legno per il corpo, della grafite per la mina, ecc.) fino alla sua dissoluzione; fra i due momenti estremi, ovviamente, sono anche tutte le idee che saranno state fermate sulla carta, grazie alla matita, e lette da lettori contemporanei ma anche futuri, tutte le relazioni simboliche indotte dal sistema linguistico di riferimento e così via. Lo studioso, per illustrare la doppia proprietà indivisibile della trajection, quella legata alla materialità («identità fisica») e quella legata alle rappresentazioni («logica del predicato»), considera particolarmente il paesaggio. Gli aspetti fisici del paesaggio possono essere analizzati dalle scienze della natura; tuttavia il fatto stesso che esso non sia stato sempre considerato come tale dalle persone e dalle società dimostra che nella realtà, nell’ecumene, esiste una logica del predicato che può cambiare da un contesto all’altro e nel corso della storia (per quanto riguarda il concetto di paesaggio, Berque ricorda che esso è comparso in Cina durante il 4° sec. e in Europa soltanto nel Rinascimento). La m. umana è «[…] doppiamente ancorata nella semiosfera (là dove si organizzano le rappresentazioni) e nella biosfera (dove nasce, vive e muore il corpo animale). Essa le fonde in un’unica entità» (Berque 2003).