Medici senza frontiere
Un grande esempio di solidarietà umana
Da più di trent’anni l’associazione Medici senza frontiere organizza un sistema di volontari per prestare assistenza e aiuti medici a favore delle popolazioni più povere del mondo in situazioni di emergenza, soccorrendo chiunque, in qualunque parte del mondo, abbia bisogno di aiuto medico. Per la sua attività umanitaria l’organizzazione ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 1999
Medici senza frontiere è un’organizzazione privata nata nel 1971 in Francia con il nome di Médecins sans frontières per volontà di alcuni medici che, negli anni precedenti, avevano prestato aiuto alle popolazioni del Bangla Desh colpite da un maremoto e a quelle del Biafra in Africa, dilaniato da una guerra civile che, fra il 1967 e il 1970, provocò circa un milione di vittime (uccise dalle armi, ma anche dalla fame e dalle epidemie).
Fin dalla sua fondazione, Medici senza frontiere si è posta due obiettivi: intervenire tempestivamente nelle situazioni di crisi, aiutando tutti, senza distinzione di razza, nazionalità o credo religioso, e prevenire le guerre e le conseguenze delle catastrofi, agendo anche sul piano politico nei paesi più ricchi e influenti. Ancora oggi l’azione di Medici senza frontiere ruota attorno a questi due cardini, e prevede sia interventi diretti nelle zone che si trovano in uno stato di emergenza, sia campagne di informazione e di sensibilizzazione.
I volontari dell’associazione si muovono in soccorso dei poveri del mondo, nelle regioni colpite da catastrofi naturali, da guerre, da carestie o da epidemie; combattono affinché tutti possano avere i farmaci con cui curarsi; aiutano gli emarginati nelle periferie violente delle grandi città, dove droga e prostituzione fanno molte vittime anche fra i bambini.
Le prime missioni di Medici senza frontiere, nei primi anni Settanta, si sono svolte in Nicaragua, colpito da un terremoto, e in Honduras dopo un uragano. La storia dell’associazione e dei suoi interventi negli anni successivi ricalca tristemente quella delle guerre, delle carestie e delle catastrofi che hanno sconvolto il mondo.
In Europa, l’associazione ha prestato la propria assistenza ai civili della Bosnia, dell’Albania e del Kosovo, durante le guerre che hanno sconvolto gli anni Novanta. È poi intervenuta in Cecenia, la regione del Caucaso in guerra da anni contro la Russia per ottenere l’indipendenza.
A volte, a causa dei rischi eccessivi, l’organizzazione è stata costretta ad abbandonare le missioni: è il caso, per esempio, della missione in Etiopia nel 2000, dopo l’uccisione di un membro del gruppo, o quello dell’Afghanistan nel 2004, dopo che cinque volontari sono stati assassinati.
La situazione è precipitata drammaticamente nel genocidio del 1994 in Ruanda, nel quale hanno perso la vita molti componenti dell’organizzazione.
Nel 1999, Medici senza frontiere ha vinto il premio Nobel per la Pace, conferito «come riconoscimento per il lavoro umanitario pionieristico che l’organizzazione ha realizzato in vari continenti».
Medici senza frontiere si finanzia con donazioni volontarie, che vengono sollecitate continuamente con campagne di informazione, manifestazioni, lettere inviate a milioni di indirizzi.
Ogni anno le missioni coinvolgono più di 3.000 persone tra medici, infermieri e personale addetto alla logistica, che possono poi contare su una rete di oltre 15.000 collaboratori, originari dei paesi nei quali sono prestati i soccorsi. Come nel passato, a stabilire le zone di intervento sono le catastrofi, naturali o provocate dall’uomo.
Per esempio, Medici senza frontiere era presente nei luoghi colpiti dallo tsunami che alla fine del 2004 ha devastato le coste asiatiche dall’Indonesia allo Srī Lanka. Ma le emergenze più gravi restano le guerre, la fame e le epidemie (soprattutto quelle di AIDS e di malaria) che colpiscono i paesi africani. Qui, l’organizzazione si batte anche perché tutti possano avere accesso alle medicine, che spesso i più poveri non possono comprare. L’organizzazione è attiva anche in America Centrale e Meridionale, dove cerca di arginare le epidemie di AIDS e di malattie tropicali e aiuta coloro che risiedono nelle favelas, i quartieri poverissimi ai margini delle grandi città.
Ma ad aver bisogno dell’aiuto di Medici senza frontiere non sono soltanto i paesi poveri. In Italia, per esempio, l’organizzazione presta soccorso agli immigrati irregolari, che non potrebbero altrimenti ricevere assistenza medica.