medicina dello sport
Branca della scienza medica che ha lo scopo di studiare i fenomeni d’interesse medico collegati con le attività sportive. Orientata inizialmente alle occorrenze d’ordine traumatologico e chirurgico degli sport più diffusi (calcio, sci, atletica, ecc.), ha poi esteso i propri interessi allo studio dei seguenti problemi: fisiologia e biochimica dell’allenamento, dello sforzo e della fatica, valutazione psicofisica degli atleti, fabbisogni alimentari connessi all’attività sportiva, modificazioni funzionali (cardiocircolatorie, respiratorie, ecc.) indotte dal maggiore o minore impegno fisico richiesto dalle diverse specialità sportive; valutazione dell’idoneità fisica per la pratica di attività sportiva; ricerca dei metodi diagnostici rivolti a svelare il fraudolento ricorso al doping.
La pratica costante di uno sport è in grado di determinare modificazioni funzionali e morfologiche a carico di vari organi e apparati, volte soprattutto a rispondere alle maggiori esigenze metaboliche da parte dell’organismo sotto sforzo. Di fatto, oltre a un notevole impatto a livello muscolare e osteoarticolare che varia di sede, intensità e tipologia a seconda della disciplina, gli apparati che maggiormente vengono sollecitati sono quello respiratorio e soprattutto quello cardiovascolare. L’attività sportiva influenza la respirazione in misura diversa a seconda del tipo di impegno muscolare e dinamico. Si assiste infatti a un notevole incremento delle richieste ventilatorie e di consumo di O2 nell’atletica di fondo e mezzo fondo, oppure a un arresto temporaneo del respiro nelle attività sportive dove lo sforzo richiesto è potente e di breve durata o anche nelle attività subacquee. In generale si ha un miglioramento degli scambi gassosi per aumento degli alveoli attivi e una riduzione del lavoro respiratorio per aumento del calibro delle vie respiratorie. A livello del cuore, pur verificandosi differenze a seconda del tipo di attività, si assiste a un ingrandimento dell’organo (per dilatazione e ipertrofia, o solo per quest’ultima) e a una riduzione della frequenza cardiaca a riposo, contemporaneamente a un aumento di calibro del circolo coronarico.
La valutazione dello stato di salute e dell’idoneità fisica di un soggetto che voglia praticare attività sportiva rientra negli obiettivi della m. dello sport. Il fine di un giudizio di idoneità è preventivo, volto cioè a tutelare lo sportivo dall’esposizione a rischi per la sua salute connessi con la pratica sportiva in presenza di patologie anche non accertate o asintomatiche. La maggior parte delle inidoneità alla pratica sportiva agonistica è da addebitarsi a malattie dell’apparato cardiovascolare. La legislazione italiana ha introdotto, con d.m. 18 febbr. 1982, l’obbligo per quanti praticano attività sportiva agonistica di sottoporsi a visite mediche di idoneità preventive e periodiche, effettuate da medici iscritti alla Federazione medici sportivi italiani. Il d.m. 13 marzo 1995, dettando specifiche norme sulla tutela sanitaria degli sportivi professionisti, disciplina in partic. la scheda sanitaria, che accompagna l’atleta per l’intera durata della sua attività sportiva professionistica, e le attribuzioni del medico sociale specialista in m. dello sport. Per l’attività sportiva non agonistica deve essere presentato un certificato (rilasciato dal medico di base o da un medico sportivo) attestante la buona salute e l’assenza di controindicazioni in atto alla pratica della attività in questione.