medicina rigenerativa
locuz. sost. f. – Branca della medicina che ha come fine la riparazione di cellule, tessuti e organi danneggiati, effettuata attraverso la rigenerazione delle strutture malate piuttosto che la loro sostituzione. Allo scopo, la m. r. si serve, tra le altre, di tecniche molto innovative come quelle relative alla terapia genica, alle cellule staminali, alla riprogrammazione cellulare, all’ingegneria tissutale. In partic., molto promettenti sono i risultati della sperimentazione sulle cellule staminali, soprattutto quelle adulte (v. ). Tali cellule, prodotte in diversi distretti dell’organismo, vengono prelevate e quindi messe in coltura per accrescerne il numero. Si procede quindi con le tecniche di differenziazione, con le quali le cellule acquisiscono le caratteristiche specifiche delle cellule di un particolare tessuto. A questo punto, le cellule, ormai specializzate, possono essere reinfuse nell’organismo, dove andranno a situarsi nei tessuti dell’organo bersaglio, permettendone la riparazione; oppure possono essere utilizzate per ricostituire tessuti esterni danneggiati (al 2012, per es., sono già disponibili per l’applicazione clinica l’epitelio e la cornea); o anche, in associazione con materiali biocompatibili che facciano da impalcatura, possono ricostituire un organo. Al riguardo si cita il trapianto di trachea artificiale effettuato nell’estate del 2011 dall’équipe del professor Paolo Macchiarini presso il Karolinska university hospital di Stoccolma: a un paziente affetto da cancro alla trachea è stato sostituito l’organo malato con uno bioartificiale, costituito da cellule staminali dell’uomo fatte crescere su un supporto di materiale plastico. Alla costruzione dell’organo artificiale hanno lavorato, a vario titolo, gruppi di ricerca dell’impresa statunitense Harvard bioscience (Boston) e del britannico University college di Londra. Al 2012 sono numerose le patologie dove è particolarmente attiva la ricerca sulle staminali applicabile alla m. r.: tra esse, le malattie cardiache, le malattie autoimmuni, il morbo di Parkinson, la malattia di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’ictus cerebrale, il diabete mellito di tipo I.