meditare
L'unica occorrenza è in Cv IV XII 9 E che altro intende di meditare l'una e l'altra Ragione, Canonica dico e Civile, tanto quanto a riparare a la cupiditade che, raunando ricchezze, cresce?, ed è un luogo che presenta assai incertezze; lo stesso verbo m. è stato letto da tutti gli editori precedenti al testo del '21, e anche dal Toynbee, medicare, lezione ben attestata nei codici (vedi l'ampia nota di Busnelli-Vandelli).
Provoca incertezza l'uso di m. nel senso di " curare ", " vegliare ", quale si ricava dal rapporto con l'una e l'altra Ragione, cioè con le leggi scritte; è un uso insolito, anche se ne troviamo in D. uno analogo del latino meditari, in Eg I 65 Tu... capros meditere petulcos; la stessa struttura del periodo - in cui il complemento di scopo a riparare viene a costituire il secondo infinito dipendente da intende, con costruzione diversa dal primo - costringe a sottintendere, come propongono Busnelli-Vandelli, [ciò che giova] a riparare, e anche così la spiegazione risulta un po' tirata. Il Pézard (ad l.) propone la lezione manifestare, la cui abbreviazione mare " est facile à confondre avec celle de meditare: mare ".
Il periodo a cui ci conduce questa occorrenza di m. fa parte della dimostrazione dell'imperfezione delle ricchezze, che per quanto accumulate non possono condurre alla felicità.