SAVINI, Medoro
Patriota e scrittore, nato a Piacenza il 21 settembre 1836, morto a Roma il 21 febbraio 1888. Appena sedicenne, insieme con alcuni suoi condiscepoli, fu condannato a dodici anni di lavori forzati, per aver preso parte a una dimostrazione in senso liberale durante il funerale d'un suo insegnante, ma poi la condanna gli fu commutata nell'incorporazione per otto anni al plotone disciplinare dei reggimenti misti del ducato parmense. Riuscì però a fuggire e a riparare in Piemonte, e a Torino attese a studî di legge, quindi si dedicò al giornalismo, fondando un periodico, l'Avanguardia, trasformato poi nella Libertà, che gli valse il confino a Oneglia. Verso il 1856 andò a Londra, dove conobbe Mazzini che lo incaricò (1858) d'una missione in Svizzera e in Piemonte. Arrestato a Torino il 1° gennaio 1859, fu fatto imbarcare a Genova per gli Stati Uniti, e colà s'ingaggiò semplice soldato nella guerra contro i federati sudisti per l'abolizione della schiavitù. Tornato in Italia nel 1862, esulò di nuovo a Parigi (1864-1865) e a Londra (1866); accorse però in Italia quando fu dichiarata la guerra all'Austria e con Garibaldi combatté nel Trentino. Partecipò pure alla campagna dell'Agro Romano (1867), in qualità di capitano di stato maggiore, quindi, presa stanza a Firenze, tornò al giornalismo, attendendo pure a scrivere romanzi, dando prova di una straordinaria fecondità. Nel 1868 diede alla luce quello intitolato Margherita, e più tardi Fecondità (1871), Bianca (1873), Avemmaria e Giglio nero (1874). Nel 1875, scommise di scrivere dodici romanzi in un anno, e mantenne la parola (Angelo custode, Aurore boreali, Fanciulla, Fantasma, Fiorenza, La figlia del re, Luisella, Rose del Bengala, Stelle cadenti, Un dramma in mare, Un giorno di sole, Velleda). Il S. fu deputato dalla XIII alla XVI Legislatura, e alla Camera si occupò specialmente di politica estera.
Bibl.: G. Lunghini, Commemorazione di M. S., Macerata 1888.