MEG (magnetoencefalografia)
Tecnica diagnostica medica non invasiva per la registrazione dell’attività elettrica del cervello. A differenza della elettroencefalografia (EEG), universalmente utilizzata in campo medico e che misura i potenziali elettrici indotti sullo scalpo dall’attività elettrica del cervello, la MCG registra il campo magnetico generato dalle correnti intracraniche. Per fare ciò vengono utilizzati dei sensori magnetici estremamente sensibili, realizzati con circuiti superconduttori. Tali sensori, noti con l’acronimo SQUID (Superconducting quantum interference device), sono capaci di misurare piccolissime variazioni di campo magnetico, dell’ordine di qualche femtoTesla (10−15 T), ovvero un centi-miliardesimo del campo magnetico terrestre. Ciò permette di effettuare la registrazione a una certa distanza dal paziente e senza contatto con esso. Per funzionare gli SQUID richiedono temperature molto basse, dell’ordine di 4 K il che richiede l’utilizzo di opportuni contenitori termicamente isolanti. Il vantaggio della MEG rispetto alla EEG è principalmente dovuto al fatto che il corpo umano è sostanzialmente trasparente per i campi magnetici, mentre la conducibilità elettrica dei tessuti tende a confondere i segnali elettrici generati nel cervello. Con la MEG è possibile quindi localizzare le sorgenti dei segnali magnetici con una elevata precisione all’interno del cervello. Questa tecnica è stata utilizzata con successo per l’identificazione dei foci epilettici (i punti del cervello dove si generano gli attacchi epilettici). Una macchina MEG è tuttavia molto complessa, in quanto utilizza un grande numero di sensori SQUID (svariate centinaia), tutti raffreddati a 4 K con elio liquido. L’elevatissima sensibilità degli SQUID impone, inoltre, l’utilizzo di sistemi di schermaggio dalle sorgenti esterne di rumore estremamente sofisticati e costosi. Tutto ciò fa sì che questa tecnica sia utilizzata in pochi centri specializzati.