megafonato
p. pass. e agg. Urlato con il megafono; anche nell’uso figurato, con il valore di ‘amplificato’.
• Giuseppe Provenzale e Roberto Fiore, rispettivamente segretario regionale e nazionale di Forza Nuova, in una nota affermano che «[Rosario] Crocetta dimostra la sua natura di rivoluzionario di cartone: si è piegato al responso addomesticato dell’Istituto superiore della Sanità quando quello dei tecnici da lui stesso nominati era di parere opposto. La tanto megafonata rivoluzione si è così fermata prima di cominciare. Ora che Crocetta ha definitivamente gettato la maschera, si dimetta». (Alberto Drago, Sicilia, 27 luglio 2013, p. 10, I Fatti) • il consigliere politico Giovanni Toti ha involontariamente alimentato ore e ore di gossip. Grazie a un microfono provvidenzialmente lasciato aperto, il suo dialogo con Mariastella Gelmini durante una manifestazione di Forza Italia è diventato così di dominio pubblico, adeguatamente megafonato da «la Repubblica». (Bruno Rossi, Giornale d’Italia, 6 aprile 2014, p. 2, Attualità) • Occupata la sala d’ingresso. Comizio megafonato alla finestra, all’attenzione delle auto in coda al semaforo di porta San Felice. Finte prime pagine di «Repubblica», piuttosto verosimili, col titolo a tutta pagina «Salta il governo Renzi, spostato a Bruxelles», affisse alle pareti. (Michele Smargiassi, Repubblica, 24 giugno 2014, Bologna, p. I).
- Derivato dal s. m. megafono con l’agg. del suffisso -ato.
- Già attestato nella Stampa del 10 giugno 1932, p. 3 (Curio Mortari).