MEGARA IBLEA (gr. Μέγαρα; lat. Megăra)
Una delle più antiche colonie istituite in Sicilia dai Greci nel sec. VIII a. C. e precisamente dai Dori provenienti da Megara Nisea. La città, fondata, sotto la guida di Lamis, nella breve pianura nei pressi di Augusta, ebbe dapprima un periodo di floridezza, dovuto all'attività agricola e commerciale, che condusse, nel 628, alla fondazione di Selinunte da parte dei Megaresi. Nel 552 è alleata di Siracusa contro Camarina, ma nel sec. V infieriscono in essa quelle discordie alle quali allude il poeta Teognide che, se non vi ebbe i natali, certamente vi dimorò. Di tali discordie approfittò Gelone per impadronirsene, trapiantando a Siracusa i possidenti e vendendo il resto della popolazione. Il suo nome comparisce anche più tardi nella storia della Sicilia, ma essa ha perduto ormai ogni importanza. Megara fece parte del minuscolo regno di Gerone e nel 214-210 partecipò alla sollevazione antiromana. Distrutta da Marcello, rimase da allora un modestissimo centro. Alla sua miseria dovette contribuire anche la malaria. Gli scavi del Cavallari e dell'Orsi condussero al riconoscimento della località, dell'imponente cinta muraria, d'un tempio e delle sue abbastanza ricche necropoli.
Bibl.: V. principalmente F. S. Cavallari e P. Orsi, Megara Hyblaea, in Monum. antichi dei Lincei, 1892; qualche altra informazione, in Not. degli scavi, 1920, p. 330 segg. e Mon. d. Lincei, 1921, pp. 109-150.