MEISSEN
(Misni nei docc. medievali)
Città della Germania centro-orientale (Sassonia), posta sulla sponda sinistra dell'Elba, alla confluenza con il fiume Triebisch.M. fu fondata da re Enrico I nel 928-929 sul sito di un insediamento dell'età del Bronzo, come fortezza a protezione del fiume, e viene menzionata con il nome di Misni nel Chronicon di Thietmar di Merseburg (975-1018). M. divenne il punto di partenza del dominio germanico sul territorio occupato dall'inizio del sec. 7° dalle tribù slave dei Sorabi e della cristianizzazione della popolazione ancora pagana. Nel 968 venne istituito il vescovado, la cui sede sorse sul versante meridionale del colle, mentre quella dei margravi fu eretta sul versante settentrionale; in epoca successiva si aggiunse il burgravio, che risiedette nella parte occidentale della città. Intorno al 983 è già documentato un suburbium posto tra la fortezza e l'Elba, che dal 1125 passò ereditariamente alla famiglia dei Wettin e che ottenne protezione da un castello con fossato sul quale poi sorse la tardomedievale Jakobs-Kapelle. Intorno all'anno Mille, a S della fortezza si stabilì un mercato, menzionato nei documenti per la prima volta nel 1046. Contemporaneamente, a S-O di questo sorsero le prime sedi stabili delle corti di cavalieri e delle curie dei canonici.Dalla fine del sec. 12° la città borghese, tra l'Elba e il più antico corpo d'insediamento, divenne un'istituzione dei margravi; nel 1205 seguì la fondazione di St. Afra, collegiata dei Canonici regolari di s. Agostino, nel 1217 quella del monastero femminile benedettino di Heiligen Kreuz (di cui si conservano le rovine) e dopo il 1250 quella del convento dei Francescani. Questi insediamenti, divisi l'uno dall'altro costituzionalmente e topograficamente, vennero cinti nel sec. 14° da una cerchia muraria comune, che nel secolo successivo si allargò anche al mercato del burgraviato.Nei molti contrasti tra la cittadinanza e i margravi furono sempre questi ultimi ad affermarsi; nel 1423 il margravio venne elevato a duca e principe elettore di Sassonia e, nella seconda metà del sec. 15°, fece erigere la Albrechtsburg. Nel 1485, tuttavia, con il trasferimento della residenza del principe elettore a Dresda, la città perse d'importanza e la sua nuova ascesa ebbe inizio solo nel sec. 18° con la produzione di porcellana.La costruzione dell'attuale duomo, consacrato a s. Giovanni Evangelista e al patrono s. Donato vescovo, missionario degli Slavi, venne intrapresa all'inizio del vescovato di Withego I (1266-1293) - al posto di una basilica romanica con torri, costruita tra il 1006 e il 1073 -, traendo particolari architettonici dal duomo di Naumburg e da quello di Magdeburgo. Già nel 1268 il lungo coro gotico era in parte utilizzabile e nel 1287 venne terminato il transetto; delle torri orientali, iniziate contemporaneamente, venne portata a compimento solo quella meridionale. Nel 1297 fu ultimata la clausura, posta a S-E, con la sfarzosa sala capitolare e la Allerheiligenkapelle.A questa fase architettonica appartiene il repertorio scultoreo, di notevole importanza, che costituisce l'ultima creazione dell'epoca classica della plastica tedesca del 13° secolo. Si tratta di sette statue realizzate nella bottega del Maestro di Naumburg, tra il 1260 e il 1280, che raffigurano la coppia dei fondatori, l'imperatore Ottone I e la moglie Adelaide, s. Donato e s. Giovanni Evangelista, nel coro, e la Vergine, s. Giovanni Battista e un angelo, nella sala d'ingresso, il c.d. ottagono. Secondo le ipotesi, oggi respinte, di Gurlitt (Beschreibende Darstellung, 1919) e Küas (1937; 1939), in origine le sculture avrebbero dovuto far parte di un portale mai realizzato. Di questo stesso periodo sono le vetrate del coro, mentre il jubé risale al sec. 14° e presumibilmente venne eseguito da una bottega cistercense formatasi in ambiente francese.Dietro l'impulso dato dalla costruzione della Elisabethkirche di Marburgo, nel corso del sec. 14° il corpo longitudinale a tre navate venne trasformato, ampliato e dotato di volte a crociera costolonate e di pilastri a fascio. La facciata a doppia torre del corpo occidentale risale anch'essa al sec. 14°; dopo il crollo del 1413 ne sussistono solo i due piani inferiori; l'elaborato terzo piano venne eretto tra il 1470 e il 1477 da Arnoldo di Vestfalia, il più importante architetto del Tardo Medioevo nella Germania centrale; l'ultimo piano delle torri venne terminato solo nel 1902-1906. Nel 1432-1436 al corpo con le torri venne annessa, come una sorta di coro occidentale, la Fürstenkapelle, la cappella sepolcrale dei Wettin. A causa dei gravi danneggiamenti della seconda guerra mondiale l'edificio venne restaurato tra il 1949 e il 1956.Tra le significative costruzioni tardomedievali di M. va menzionata la chiesa di St. Afra. Si tratta di una basilica tre navate divise da pilastri, con copertura piana e coro voltato a terminazione rettilinea, che sostituì una precedente chiesa ad aula, più volte rimaneggiata dal 13° fino al 15° secolo. Sul fianco meridionale del corpo longitudinale si trovano la Schleinitzkapelle (1408) e l'atrio con volta a stella. La sagrestia, con la biblioteca al piano superiore, è invece sul lato settentrionale del coro e, accanto a essa, lungo la navatella, si apre la Taubenheimische Kapelle (1454). Al complesso degli Agostiniani appartiene anche il chiostro, della metà del sec. 15°, che presenta una copertura a volte costolonate.Tra le altre significative costruzioni tardomedievali vanno ricordate: la Frauenkirche, menzionata per la prima volta nel 1203 e, dopo alcuni incendi, ricostruita come chiesa civica (Hallenkirche a tre navate, suddivise in tre campate) e trasformata nei secc. 16° e 17°; la Franziskanerkirche, che oggi ospita lo Stadtmus., fondata nel 1258 (originariamente Hallenkirche a tre navate), ma trasformata nel 1447-1457 (coro demolito nel 1823); la Martinskirche, fondata intorno al 1200, rimaneggiata nel 1437, nel sec. 17° e ancora nel 1885. Il municipio tardogotico, edificato nel 1472 con la collaborazione di Arnoldo di Vestfalia, fu in seguito anch'esso più volte alterato.La Albrechtsburg, così denominata nel 1676 in ricordo del duca committente, venne fatta erigere tra il 1471 e il 1485, al posto dell'antica fortezza dei margravi, dal principe elettore Ernesto e da suo fratello, il margravio Alberto IV il Coraggioso, come residenza territoriale dei Wettin. Arnoldo di Vestfalia ne diresse la costruzione fino alla morte; in seguito il complesso fu oggetto di importanti trasformazioni.In esso è collocato ciò che resta di una collezione di scultura medievale, già conservata a Dresda nel distrutto Palais des Grossen Gartens, i cui pezzi più importanti sono la Madonna di Otzdorf, del sec. 12°, e la Madonna del Maestro di Freiberg, eseguita intorno al 1250.
Bibl.:
Fonti. - Thietmar di Merseburg, Chronicon, a cura di W. Trillmich (Ausgewählte Quellen zur deutschen Geschichte des Mittelalters, 9), Darmstadt 1992⁷, pp. 5, 20 (Berlin 1957); Urkunden der Markgrafen von Meissen und Landgrafen von Thüringen, a cura di O. Posse (Codex diplomaticus Saxoniae regiae, 1), 3 voll., Leipzig 1882-1909; Urkundenbuch des Hochstifts Meissen, a cura di E.G. Gersdorf (Codex diplomaticus Saxoniae regiae, 2), 3 voll., Leipzig 1864-1867; O. Dobenecker, Regesta diplomatica necnon epistolaria historiae Thuringiae, 3 voll., Jena 1895-1915.
Letteratura critica. - O. Wanckel, C. Gurlitt, Die Albrechtsburg zu Meissen, Dresden 1895; C. Schäfer, Denkschrift über die Herstellung des Meissner Doms (Veröffentlichungen des Meissner Domvereins, 1), Meissen 1902; H. Hartung, Beiträge zur Baugeschichte des Meissner Domes (Veröffentlichungen des Meissner Domvereins, 3), Meissen 1908; id., Bericht der Bauleitung über die Wiederherstellungsarbeiten an der Domkirche seit 1908 bis zu ihrer Beendigung (Veröffentlichungen des Meissner Domvereins, 5), Meissen 1913; Beschreibende Darstellung der älteren Bau- und Kunstdenkmäler in Sachsen, a cura di C. Gurlitt, XL, Meissen (Burgberg), Dresden 1919; J. Schubert, Dom zu Meissen, Meissen 1927; Die Stadt Meissen und ihre Umgebung, Berlin 1928; Der Dom zu Meissen. Festschrift des Hochstifts Meissen 1929, Dresden 1929; H. Gröger, Tausend Jahre Meissen, Meissen 1929; H. Giessau, Die Meissner Bildwerke, Burg bei Magdeburg 1936; H. Küas, Die Naumburger Werkstatt, Berlin 1937; id., Der Dom zu Meissen, Leipzig 1939; P. Metz, Zur Deutung der Meissner und Naumburger Skulpturenzyklen des 13. Jahrhunderts, ZKg 9, 1940, pp. 145-174; W. Hentschel, Dom und Schloss zu Meissen, Berlin 1944; W. Schlesinger, Meissner Dom und Naumburger Westchor, München-Köln 1952; I. Zander, Sinn und Entstehung des Statuenzyklus im Meissner Dom, FF 30, 1956, pp. 122-127; A. Reichel, Meissen, Leipzig 1964; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, I, Die Bezirke Dresden, Karl-Marx-Stadt, Leipzig, Berlin 1965; W. Coblenz, Zur Ur- und Frühgeschichte von Land und Burg Meissen, Meissen 1966; O. Walcha, Albrechtsburg und Dom zu Meissen, Leipzig 1966; E. Lehmann, E. Schubert, Der Meissner Dom, Berlin 1968 (19752); 500 Jahre Albrechtsburg Meissen 1471-1971, a cura di U. Czeczot, Meissen 1971; Die Albrechtsburg zu Meissen, a cura di H.J. Mrusek, Leipzig 1975; H.J. Mrusek, Drei sächsische Kathedralen, Dresden 19812 (1976); P. Hannig, Bildwerke des Mittelalters und des Barocks aus der Albrechtsburg, Dresden 1985; E.H. Lemper, Der Dom zu Meissen, Berlin 1985⁷; H.J. Mrusek, Meissen, Leipzig 19913 (Berlin 1989); E.H. Lemper, s.v. Arnold von Westfalen, in AKL, V, 1992, pp. 233-234.A. Tschilingirov