Brooks, Mel
Nome d'arte di Melvin Kaminsky, regista, sceneggiatore e attore cinematografico statunitense di famiglia ebrea d'origine polacca, nato a New York il 28 giugno 1926. Innovatore del linguaggio comico, B. ha saputo coniugare la tradizione umoristica yiddish con la comicità slapstick degli anni del muto, affermandosi come interprete centrale della commedia farsesca hollywoodiana. Attraverso l'intelligente uso della parodia ha attuato una personale rilettura dei generi cinematografici tradizionali (western, horror, fantascienza, thriller, storico) e un'arguta riproduzione del mondo dello spettacolo, servendosi di dispositivi e accorgimenti come l'accumulo, il paradosso e la citazione. Vincitore, nel 1964, di un Oscar per il cortometraggio d'animazione The critic (1963), realizzato insieme al regista Ernest Pintoff, B. ha ottenuto nel 1969 anche quello per la sceneggiatura originale di The producers (1967; Per favore non toccate le vecchiette!).
Cresciuto nel quartiere ebraico di Brooklyn, teatro delle sue prime esibizioni da dilettante, tentò senza successo gli studi universitari al City College of New York; nel 1944 andò a combattere in Europa dove rimase sino alla fine del conflitto. Tornato negli Stati Uniti, mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo come batterista in un complesso musicale assumendo il cognome modificato della madre (Brookman) per evitare di essere confuso con Max Kaminsky, un trombettista del tempo. Nei primi anni del dopoguerra affinò la propria comicità lavorando come toomler, 'direttore sociale' di un albergo della Borscht Belt (New York), località di villeggiatura degli ebrei newyorkesi. Prima di esordire nel cinema B. lavorò per quasi vent'anni in televisione, inizialmente come ghost-writer per lo show del comico Sid Caesar (insieme a Woody Allen e a Neil Simon), e poi come sceneggiatore della serie televisiva Get smart. L'affermazione personale arrivò agli inizi degli anni Sessanta con il personaggio dell'uomo di duemila anni, sorta di enciclopedia dell'aneddotica yiddish, da lui interpretato insieme a Carl Reiner in una serie di dischi di enorme successo. Tentata senza fortuna la strada di Broadway, ma rinfrancato dall'Oscar vinto per The critic, debuttò nella regia cinematografica con The producers. Concepito inizialmente come musical, il film venne costruito da B. a partire da Springtime for Hitler, canzone che si faceva beffa alla maniera yiddish dei nazisti, per poi risolversi in una pungente satira del mondo dello spettacolo. Trattato con freddezza dai critici del tempo, The producers brillò della luce conferitagli dall'Oscar e segnò l'incontro con il primo attore di quella che sarebbe stata poi ribattezzata la Mel Brooks Stock Company, Gene Wilder. Il successivo The twelve chairs (1970; Il mistero delle dodici sedie), tratto da un classico della letteratura popolare russa di I.A. Il′f ed E.P. Petrov, è invece una debole farsa in costume in cui per la prima volta B. compare come attore in un ruolo di contorno. Il 1974 fu l'anno in cui realizzò le sue opere più celebri e riuscite, Blazing saddles (Mezzogiorno e mezzo di fuoco) e Young Frankenstein (Frankenstein junior), parodie entrambe di due generi consolidati come il western e l'horror. Mentre Blazing saddles è un'esilarante rivisitazione di genere debitrice della struttura metacinematografica di Hellzapoppin' (1941) di Henry C. Potter, Young Frankenstein ha le qualità del cult movie. Ispirato ai classici di James Whale e Rowland L. Lee degli anni Trenta, il film va oltre la parodia, ibridando il racconto horror con il tono farsesco caratteristico del cinema di B. e servendosi in chiave ironica delle scenografie originali dell'epoca; a consegnarlo alla categoria dei cult movie sono state anche le interpretazioni degli attori, in special modo quella di Marty Feldman nel ruolo del servitore gobbo Igor. Due anni dopo B. rese un esplicito omaggio ai suoi maestri, Buster Keaton e Charlie Chaplin, con Silent movie (1976; L'ultima follia di Mel Brooks), movimentato film muto che lo vide per la prima volta protagonista, in cui l'unica parola (l'esclamazione "no!") viene pronunciata dal mimo Marcel Marceau. High anxiety (1977; Alta tensione) e History of the world, Part 1 (1981; La pazza storia del mondo) sono invece film in cui egli rilegge, con il suo stile, rispettivamente il cinema di Alfred Hitchcock e il filone dei film storici; in quegli anni B. fondò la casa di produzione Brooksfilms con cui avrebbe prodotto tra gli altri l'opera seconda di David Lynch, The elephant man (1980), e l'horror The fly (1986; La mosca) di David Cronenberg. Successivamente non è però riuscito a replicare i successi passati, alternando commedie tradizionali come To be or not to be (1983; Essere o non essere) di Alan Johnson ‒ remake dell'omonimo film di Ernst Lubitsch ‒, accanto alla moglie Anne Bancroft, e Life stinks (1991; Che vita da cani!), con stanche parodie di genere come Spaceballs (1987; Balle spaziali), Robin Hood: men in tights (1993; Robin Hood ‒ Un uomo in calzamaglia) e Dracula: dead and loving it (1995; Dracula morto e contento). Avviato verso un silenzioso finale di carriera, nel 2001 B. ha ottenuto un inatteso trionfo, vincendo dodici Tony Awards per il musical tratto da The producers.
B. Adler, J. Feinman, Mel Brooks: the irriverent funnyman, Chicago 1976.
G. Bendazzi, Mel Brooks: l'ultima follia di Hollywood, Milano 1977.
M. Giusti, Mel Brooks, Firenze 1980.
M. Yacowar, Method in madness: the comic art of Mel Brooks, New York 1981.
G. Fink, Non solo Woody Allen: la tradizione ebraica nel cinema americano, Venezia 2001, pp. 213-21.