MELIACR
Nome etruschizzato di Meleagro (v.), che accompagna la rappresentazione dell'eroe su due specchi etruschi, uno a Berlino (G. Körte, Et. Sp., tav. clxxvi), l'altro al British Museum (ibid., tav. cccliv, 2).
La scena del primo (proveniente da Perugia, databile al III sec. a. C.) non illustra un qualche mito, ma ha piuttosto il carattere della "conversazione"; a sinistra stanno Turan in piedi, e, dinanzi a lei, Atunis (Adone) seduto; a destra Atienta (Atalanta) siede vicino a M. in piedi (nudo, con una lancia appoggiata alla spalla); al centro fra le due coppie compare la figura di Atharpa (Atropos), ad ali spiegate, simboleggiante il destino che incombe sugli dèi e sugli uomini: si volge verso M. tenendo in mano un martello e un grosso chiodo che si accinge a conficcare nella sua testa.
La scena rappresentata sullo specchio del British Museum prende spunto da un episodio mitico noto, ma ne è una liberissima rielaborazione: un vecchio, nel quale si deve riconoscere Oineus, è seduto a destra su un diphros; a lui si appoggia una figura femminile seminuda, designata come Artem, (cioè probabilmente Artemide); da sinistra si avvicina M. (seminudo, con un mantello legato al collo e alti calzari), recando la testa del cinghiale calidonio che tiene poggiata su una spalla. Dietro a lui, più a sinistra, sta seduta un'altra figura femminile, il cui nome, se letto come Atal, può essere una abbreviazione di quello di Atalanta. Una scena del tutto analoga, ma senza le iscrizioni dei nomi, è incisa su uno specchio del Louvre (G. Körte, op. cit., tav. clxxv).
M., designato però dal nome etrusco latino di Melakre, è rappresentato su uno specchio molto tardo al Museo Archeologico di Firenze (Et. Sp., tav. ccclv): la scena è inquadrata entro una specie di padiglione; al centro su un seggio quadrangolare a cassa (dietro al quale sta in piedi Menle, cioè Menelao, nudo, armato di scudo e di lancia), siede M. di tre quarti verso sinistra, curvo in avanti, con il mento poggiato suila mano, e una spada sotto il braccio sinistro; indossa una corta tunica e un berretto frigio. Il gruppo è fiancheggiato dalle figure dei Dioscuri, quasi in funzione di guardie: a destra Castore, in abito militare, con tunica, mantello, copricapo e una lunga lancia nella sinistra; a sinistra Polluce (Pultuke) completamente nudo, con una lancia in mano, che sta, in atteggiamento molto mosso, in conversazione con M., rivolgendosi a lui con l'indice teso. Ogni tentativo di esegesi della figurazione sarebbe assurdo; bisogna riconoscere che alla scena non può essere attribuito alcun significato specifico, e che senza nessun criterio preciso sono stati raggruppati perciò i diversi eroi che non conosciamo come connessi in un qualche mito da particolari legami. Per altre rappresentazioni dell'eroe nell'arte etrusca v. meleagro.
Bibl.: W. Deecke, in Roscher, II, 2, 1894-97, c. 2629, s. v.; E. Fiesel, in Pauly-Wissowa, XV, i, 1931, c. 506, s. v.; G. A. Mansuelli, in St. Etr., XIX, p. 47; id., ibid., XX, p. 86.
(S. De Marinis)