MELICERTE (Μελικέρτης, Melicertes o Melicerta)
Il nome, trascrizione dal fenicio Melqart "re della città" (E. Maas ha suggerito una derivazione dal greco con significato di "raccoglitore di miele"), sta a dimostrare, sia per la parentela che M. ha con la stirpe di Cadmo sia per la localizzazione del culto a Corinto, un antico stanziamento di Fenici sull'Istmo. Nel mito, dove M. ha assorbito taluni elementi della leggenda dionisiaca, egli è figlio di Atamante, re dei Minî in Orcomeno, e di Ino, figlia di Cadmo, e seconda moglie di Atamante. Questi e Ino sono da Era resi pazzi perché hanno prestato le loro cure al bambino Dioniso. E allora Atamante uccide Learco (figlio pur esso di Atamante e d'Ino) scambiandolo per un cerbiatto o per un leoncello e Ino butta M. in una caldaia d'acqua bollente; oppure Atamante butta M. nell'acqua bollente e Ino lo tira fuori e fugge; poi, rinsavita, trovandosi il cadavere del figlio tra le braccia, si getta con lui in mare ed è trasformata nella divinità marina adorata col nome d'Ino Leucotea, mentre il figlio diviene Melicerte-Palemone (Mater Matuta e Portunus per i Romani, divinità entrambe propizie ai naviganti): In onore di Melicerte furono istituiti i ludi istmici.
Bibl.: Lesky, Melikertes, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, col. 514 segg.; E. Maas, Griechen und Semiten auf dem Isthmos von Korinth, Berlino 1903; L. R. Farnell, Ino-Leucothea, in Journ. Hell. St., XXXVI, p. 36 seg.