MELNIK
Cittadina della Bulgaria sudoccidentale situata lungo il corso di un affluente di sinistra del fiume Struma, in prossimità del confine greco.L'insediamento antico, di origine trace, acquistò importanza in epoca romana grazie all'ubicazione a ridosso di una strada di grande importanza commerciale e strategica che collegava Serres (Grecia nordorientale) con Stobi (ex Rep. iugoslava di Macedonia). In epoca medievale fu centro amministrativo e religioso e probabilmente, al principio del sec. 10°, divenne sede episcopale suffraganea del Patriarcato bulgaro indipendente; come sito fortificato M. è ricordata per la prima volta nel 1014 (Giorgio Cedreno, Historiarum compendium; Giovanni Zonara, Epitomae historiarum). Dopo che il Patriarcato fu ridotto ad arcidiocesi nel 1018, la sede episcopale fu abbandonata e ripristinata solo nel sec. 13°, quando M. divenne capitale di un piccolo stato feudale governato dal despota Alessio Slav (1205-1229). Nel Tardo Medioevo e al principio dell'era moderna M. fu una fiorente città commerciale.Per la maggior parte le oltre ottanta chiese (per lo più piccoli edifici a navata unica, senza nartece) e gli altri edifici medievali di M. si erano conservati pressoché intatti sino alla distruzione della città, avvenuta nel 1913 nel corso della guerra balcanica, e rimangono oggi allo stato di rovine.L'antica chiesa metropolitana di S. Nicola, a S della città, fu costruita probabilmente alla fine del sec. 10° o al principio del successivo; distrutta già nel corso del sec. 11°, venne restaurata, ampliata e decorata con pitture per volontà di Vladimiro Sebaste all'inizio del 13° secolo. Si trattava di una basilica a tre navate con tre absidi semicircolari, coro coperto a volta, navate scandite dai due pilastri del coro e da tre coppie di colonne, navatelle senza matronei, navata centrale con copertura piana e dotata di sýnthronon. Si sono conservati solamente il coro e una parte del muro nord, con resti della decorazione a fresco - in parte conservati a Sofia (Nat. arheologitcheski muz.) -, che rappresenta una delle più importanti testimonianze della pittura monumentale della regione balcanica nel 13° secolo.Il programma decorativo di quest'insolito ciclo pittorico, influenzato dalla tradizione preiconoclasta, è ricostruibile solo in parte: nell'abside compare la Vergine Nikopoiós, ma è perduto l'arcangelo che la fiancheggiava; al di sotto sono raffigurati la scena dell'Imposizione delle mani da parte di Cristo all'apostolo Giacomo, i Padri della Chiesa nell'atto di celebrare e i simboli della Parola divina; nella volta del bema compare l'Ascensione, con le figure intere dei profeti Geremia e Isaia nell'arco trionfale; sulle pareti laterali del bema trovano posto la Visione di s. Pietro di Alessandria e altre figure e immagini di santi e Padri della Chiesa; nella nicchia della protesi sono raffigurate la Vergine Platytéra e l'Adorazione del Sacrificio, mentre in quella del diaconico compaiono la Déesis e l'Entrata di Maria nel Tempio; nei pastophória e nel naós sono infine raffigurati scene della Vita di s. Nicola, il ciclo delle Feste e alcuni santi.La distrutta chiesa della Panaghia Pantanassa - a navata unica con esonartece, endonartece e matronei a N - venne costruita e decorata con pitture nel 1289, secondo quanto riporta l'iscrizione dedicatoria; essa costituisce quindi il più antico esempio documentato nei Balcani di edificio religioso cristiano-ortodosso con affreschi sulla facciata.Tra gli edifici profani si ricorda anzitutto la c.d. casa dei Boiari: costruita nel corso del sec. 13° come residenza signorile, in seguito rimaneggiata più volte, e ora allo stato di rovina.A km 6 a E della città si trova il monastero di Rožen, fondato probabilmente al principio del sec. 13° dal principe bulgaro Slav; posto sotto il patronato della Chiesa bulgara unita a quella romana, il centro religioso visse nel Trecento un periodo di particolare splendore, cui fece seguito l'occupazione turca. Degli edifici medievali si è conservata solo una parte della zona residenziale, mentre il katholikón risale alla ricostruzione della fine del 16° secolo.
Bibl.: Fonti. - Giorgio Cedreno, Historiarum compendium, a cura di I. Bekker, in CSHB, V, 1839, p. 460; Giovanni Zonara, Epitomae historiarum, a cura di L. Dindorf (Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana), IV, Leipzig 1871, p. 122.
Letteratura critica. - P. Perdrizet, Melnic et Rossno, Bulletin de correspondance hellénique 31, 1907, pp. 23-37; N. Mavrodinov, Cărkvi i manastiri v Melnik i Rožen [Chiese e monasteri a M. e Rožen], Godišnik na narodnija muzej 5, 1926-1931, pp. 292-300; A. Stránsky, Ruines et fresques de l'église de St. Nikolas à Melnic, Praha 1929; id., Les ruines de l'église de St. Nikolas à Melnik, "Atti del V Congresso internazionale di studi bizantini, Roma 1936" (Studi bizantini e neoellenici, 6), Roma 1940, II, pp. 422-427; A. Xyngopulos, ΠαϱατηϱήσειϚ εἰϚ τὰϚ τοιχογϱαϕίαϚ τοῦ Ϛαγ. Νιϰολάου Μελενίϰου [Osservazioni sulle pitture della chiesa di S. Nicola a M.], ᾽Επιστημονιϰὴ ἐπετηϱὶϚ τῆϚ ΦιλοσοϕιϰῆϚ ΣχολῆϚ. Πανεπιστημίου ΘεσσαλονίϰηϚ 10, 1950, pp. 115-128; I. Dujčev, Melnik au moyen âge, Byzantion 38, 1968, pp. 28-41 (rist. in id., Medioevo bizantino-slavo, III, Roma 1971, pp. 651-664); T. Vlachos, Die Geschichte der byzantinischen Stadt Melenikon, Thessaloniki 1969; L. Mavrodinova, Cárkvata Sveti Nikola pri Melnik [La chiesa di S. Nicola a M.], Sofia 1975; A. Tschilingirov, Die Kunst des christlichen Mittelalters in Bulgarien, Berlin-München 1978; S. Georgieva, D. Serafimova, Unikales Baudenkmal des bulgarischen Mittelalters in Melnik, Palaeobulgarica 3, 1979, pp. 37-54; N. Mutsopulos, La seigneurie de Melnik, in Bálgarskata dáržava prez vekovete [Lo stato bulgaro nei secoli], "I Meždunaroden Kongres po Bălgaristika, Sofia 1982", Sofia 1982, I, pp. 88-100; P. Berbenliev, Kunstdenkmäler in Bulgarien. Ein Bildhandbuch, Leipzig 1983, figg. 122-130; Z. Kirova, N. Mušanov, Novi danni za interpretacijata na achitekturnostroitelnata istorija na Boljarskata kášta v Melnik [Nuovi dati per l'interpretazione della storia costruttiva della casa dei Boiari a M.], Godišnik na Nacionalnija Institut za pametnicite na kulturata 3, 1984, pp. 52-75; S. Kissas, Contribution to the History of Rožen Monastery Near Melnik, Cyrillomethodianum 11, 1987, pp. 197-199; Melnik, a cura di S. Georgieva, V. Neševa, I, Sofia 1989; E. Bakalova, Roženskijat Manastir [Il monastero di Rožen], Sofia 1990; G. Gerov, B. Penkova, R. Božinov, Stenopisite na Roženskija manastir [La pittura murale del monastero di Rožen], Sofia 1993.A. Tschilingirov