PERLINI, Meme
Perlini, Memè (propr. Amelio)
Regista e scenografo teatrale e regista, sceneggiatore e attore cinematografico, nato a Sant'Angelo in Lizzola (Pesaro) l'8 dicembre 1947. Nella sua attività teatrale ha puntato su una spettacolarità visionaria, estrosa e provocatoria, ricca di suggestioni popolari. In ambito cinematografico, come regista ha mostrato un'analoga predilezione per la distorsione surreale dell'immagine, e come attore ha fornito un contributo sempre significativo, in partecipazioni divertite o stravaganti, a diversi film, tra cui spiccano in particolare quelli diretti da Luigi Comencini, Ettore Scola, Carlo Mazzacurati.
Figlio di un giostraio girovago, studiò all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Dal 1969 collaborò come costumista e scenografo con i registi N. De Tollis e G. Nanni, all'epoca tra i protagonisti del cosiddetto nuovo teatro d'avanguardia; si affermò quindi come regista nell'ambito del teatro di ricerca, firmandone alcuni degli spettacoli più significativi con Antonello Aglioti come scenografo e costumista: Pirandello, chi? e Tarzan del 1973, Otello (1975), Locus solus di R. Roussel (1976), La cavalcata sul lago di Costanza di P. Handke (1980), Gli uccelli di Aristofane (1981), Histoire du soldat (1984) di I. F. Stravinskij. In seguito il suo teatro si è collocato in un ambito artistico e produttivo più tradizionale, pur conservando uno stile poco convenzionale.
Nel 1980 ha diretto il televisivo Grand Hotel des Palmes, che (come tutti gli altri suoi film) ha anche sceneggiato: tratto dal romanzo Atti relativi alla morte di Raymond Roussel di L. Sciascia, ha cadenze allucinate e fantasmatiche, e tratta della misteriosa morte nel 1933 a Palermo (nel celebre albergo citato dal titolo) dello stravagante scrittore francese, amato dai surrealisti. Per il cinema ha diretto Cartoline italiane (1987), da un suo testo (già da lui portato sul palcoscenico nel 1984), ambientato nell'universo teatrale, che viene visto, con un gioco deformato e ironico, come specchio della vita quotidiana; e in seguito Ferdinando uomo d'amore (1991), dalla commedia Ferdinando di A. Ruccello, e Il ventre di Maria (1993), dall'omonimo racconto di F. Bigliardi, narrativamente più costruiti, che hanno messo in luce, accanto alla sua tendenza alla trasposizione filmica di strutture drammaturgiche e stilemi melodrammatici, la sua capacità di evocare un mondo contadino pervaso di suggestioni, arcano e arcaico.
Come attore ha debuttato con una piccola parte in Giù la testa (1971) di Sergio Leone; ha poi perfezionato il suo stile di caratterista estroso, stralunato e sornione in Voltati Eugenio (1980) e Cercasi Gesù (1982) di Comencini, e soprattutto in Notte italiana di Mazzacurati e La famiglia di Scola entrambi del 1987. Negli anni Novanta è apparso ancora sullo schermo, ma in film meno significativi, e in televisione.