MEMNONE di Eraclea
Cronista greco, autore di una storia della città natale, Eraclea sul Mar Nero. Fozio ci ha trasmesso, tra i suoi riassunti di opere storiche greche, anche un ampio sommario dei libri IX-XVI di quest'opera, avvertendoci di non conoscere né i libri precedenti al IX né quelli seguenti al XVI. Dell'autore non ci dice nulla, oltre il nome: segno che non ne sapeva nulla. E noi possiamo solo aggiungere che M. dovette vivere al più presto al tempo di Cesare, perché il suo libro XVI arriva sino al dittatore romano. Discutibile è poi se la cronaca proseguisse oltre il libro XVI. È probabile infatti che Fozio esprima solo una sua congettura asserendo che si erano perduti i libri posteriori, ed è stato giustamente osservato che l'essere giunti a Fozio otto libri e l'essersi perduti gli otto anteriori dimostra che l'opera era divisa in sezioni di otto libri, sicché, quando l'opera proseguisse oltre il libro XVI, avrebbe dovuto almeno contenere altri otto libri: cosa non verosimile per una cronaca che si preoccupava di narrȧre solo fatti locali significativi anche per la storia generale e che quindi doveva trovare ben poco da dire per l'età imperiale. Comunque, anche la sezione della cronaca che ci è conservata nel riassunto si rivela facilmente, sotto l'uniforme patina atticistica, non omogenea.
I primi due libri (IX-X) contengono esclusivamente le biografie di alcuni tiranni di Eraclea, a cominciare dal famoso Clearco (364-353 a. C.) fino ad Alessandro Magno (335 circa): è stato congetturato su probabilità che la fonte sia Teopompo, che certamente discorse a lungo dei tiranni di Eraclea nelle sue Storie Filippiche (fr. 181 Jacoby). I libri XI-XIV (sin quasi alla fine) narrano diffusamente la storia di Eraclea da Alessandro a Tolomeo Filadelfo, che fu benefattore della città, con continui riferimenti alle grandi vicende politiche contemporanee: la fonte è certo Nimfide (v.), uno scrittore di Eraclea, che scrisse, oltre una cronaca della sua città, anche una storia di Alessandro Magno e dei suoi successori. Nel libro XV, capp. 27-29, la narrazione che va dal 250 al 90 circa a. C. procede invece rapidissima ed estremamente lacunosa, perché l'autore non aveva davanti alcuna cronaca continuata che gli servisse di fonte. Così è in certa misura anche per l'ultima parte, ma in questa l'autore dà molte notizie di storia generale, attingendo ad autore ignoto particolarmente bene informato sulla guerra mitridatica. Nel complesso l'opera di M. è un interessante esempio di cronaca locale del tardo ellenismo.
Bibl.: Il riassunto di Fozio è riportato in C. Müller, Fragmenta Historicorum Graecorum, III, Parigi 1849, pp. 526-58. Si cfr. anche R. Laqueur, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, col. 1098 segg.