MEN (Μήν; è attestata anche la forma Μείς che rappresenta l'originario nominativo, e la forma da questa derivata Μίς; su monete di Antiochia di Pisidia appare la forma latinizzata Mensis)
Dio cavaliere, connesso con il culto lunare, adorato in tutta l'Asia Minore.
L'importanza della figura di M. è notevole, corrispondente all'importanza precedentemente rivestita in Babilonia dalla corrispondente figura di Sin, dalla quale probabilmente M. deriva, almeno parzialmente. M. infatti appare come signore del cielo (Μὴν οὐρα0νιος) e talvolta come signore del mondo sotterraneo (Μὴν καταχϑόνιος). Altri attributi sono quelli di Phosphòros (attestato in Pamphylia), di Phàrnakos (quest'ultimo attributo è connesso con un famoso santuario della regione del Ponto). M. è invocato anche come protettore delle sepolture, e per questo la sua immagine appare spesso (specialmente in ambiente frigio) a decorazione di stele o pietre sepolcrali.
In Asia Minore è attestata l'esistenza di misteri di Men. In ambiente occidentale, invece, il culto del dio lunare fu !,en presto assorbito da quello di Cibele e Attis coi quali spesso M. fu identificato. Importante è anche la sua posizione nel complesso culto di Mitra (v.).
Resti di un tempio dedicato a M. sono stati rinvenuti ad Antiochia (W. M. Ramsay, in Journ. Rom. Studies, xvii, 1927, p. 112).
Però, nonostante la grande diffusione e l'importanza del suo culto, attestato in tutte le regioni del Vicino Oriente, l'iconografia di M. rimane incerta. Stilisticamente le testimonianze monumentali giunte sino a noi (per lo più stele e monete) rappresentano la produzione più corrente. Delle statue che sappiamo esistenti (di una di Smirne, ad esempio, conserviamo solo la dedica), nessuna ci è pervenuta. Gli attributi più consueti al dio sono il crescente lunare, innanzi tutto, e inoltre l'albero sacro dei Frigi - simbolo di immortalità - il caduceo, il ramo di vite, il copricapo frigio, ecc. Tipologicamente le raffigurazioni di M. si possono distinguere in due categorie: M. è rappresentato come cavaliere (su monete di Nicea del periodo di Gordiano Pio il dio è indicato come ἵππος βροτόπους) e stante. Il primo tipo è caratteristico in particolar modo della regione frigia; il secondo tipo, alquanto più diffuso, presenta o la sola figura del dio caratterizzato dal crescente lunare, talvolta su uno sfondo stellato, o con un piede posato sul collo di un animale, per lo più un toro (monete di Lidia, Frigia, Pisidia, Galazia e Licaonia), meno spesso un leone (monete di Nysa e Iulia Gordus). Su monete di Sagalassos il toro appare a lato del dio, senza cioè che M. posi il piede sul collo dell'animale. Raramente attestata è l'iconografia che mostra il dio stante su un carro tirato da buoi (monete di Temenothyrai, in Frigia). Una statuetta (l'unico esempio statuario pervenutoci) di mediocre fattura, rinvenuta ad Antiochia di Pisidia, mostra accanto al dio che calca il piede sul toro, un volatile, un gallo senza dubbio; su monete all'incirca contemporanee della stessa città il dio, indicato come ᾿Ασκηνός, è caratterizzato dagli attributi più comuni: il crescente lunare e il berretto frigio. La varietà nella iconografia del dio è giustificata dai diversi ruoli da lui impersonati in Oriente.
Bibl.: Drexler, in Roscher, II, 2, 1894-7, c. 2687 ss., s. v.; S. L. Cesano, in Ann. Sc. Arch. It. Atene, 1916-20, 1921, p. 171 ss.; Lesky, in Pauly-Wissowa, XV, 1931, c. 689 ss., s. v.; Fr. Cumont, Recherches sur le symbolisme funéraire des Romains, Parigi 1942, p. 181; 205 e 221; E. Will, Le relief cultuel gréco-romain, Parigi 1955, p. 108 ss., 134 ss.